Festa della Liberazione

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Nel nostro Paese oggi si celebra la Festa della Liberazione. Questa festa nazionale è stata istituita per ricordare gli avvenimenti storici che portarono alla liberazione dalla dittatura fascista e alla nascita di un’Italia nuova, libera e democratica.
Con questo articolo – realizzato in collaborazione con Angelo Zaccagnino, giovane studente di storia – ripercorriamo quelli che furono gli avvenimenti principali che portarono a questo importante traguardo e al ruolo che, in questo contesto, ebbe Sandro Pertini, uno dei grandi protagonisti della storia di quegli anni e da sempre antifascista.
Buona lettura e buona Festa della Liberazione!

L’armistizio

L’8 settembre 1943 il maresciallo Pietro Badoglio annunciò alla popolazione italiana l’entrata in vigore dell’armistizio firmato con gli anglo-americani cinque giorni prima. Questo annuncio gettò l’Italia nel caos più completo. Mentre il re e il governo abbandonarono la capitale per muoversi verso Brindisi, dove avrebbero ottenuto la protezione degli alleati appena sbarcati in Puglia, i tedeschi procedevano a una sistematica occupazione di tutta l‘Italia centro settentrionale. Nell’autunno del 1943 il Paese risultava diviso non solo sul fronte, ma anche in due entità statali distinte: al sud sopravviveva il vecchio stato monarchico, mentre al nord il fascismo risorgeva dalle sue ceneri sotto la protezione degli occupanti nazisti. Il 12 settembre 1943, un commando di aviatori e paracadutisti tedeschi liberò Mussolini dal campo di prigionia sul Gran Sasso e pochi giorni dopo il duce fondò un nuovo stato fascista, la Repubblica sociale italiana (Rsi) con capitale a Salò.

I Partigiani e la Resistenza

Le prime formazioni armate di partigiani si riunirono sulle montagne dell’Italia centro settentrionale subito dopo l’8 settembre. Dopo una prima fase di aggregazione spontanea e casuale, le bande partigiane iniziarono ad organizzarsi in base all’orientamento politico. Grazie all’attività di questi gruppi a cui si affiancò la partecipazione diretta della popolazione civile, molte zone furono liberate dai partigiani prima dell’arrivo degli alleati. Le rappresaglie tedesche, però, non si fecero attendere e furono terribilmente feroci: 335 civili furono massacrati a Roma nell’eccidio delle Fosse Ardeatine e 1830 furono le vittime della strage di Marzabotto, nei pressi di Bologna. Nella primavera del 1945 le truppe anglo americane sfondarono la linea Gotica che si sviluppava da La Spezia fino a Rimini. Il 25 aprile la resistenza italiana, che poteva contare più di 200.000 uomini, scatenò l’insurrezione nazionale contro i tedeschi. Il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) proclamò lo sciopero generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa.
Mussolini tentò la fuga in Svizzera, ma fu catturato dai partigiani e giustiziato il 28 aprile nel villaggio di Dongo, insieme alla compagna Claretta Petacci e ad altri gerarchi. Entro il 1° maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata.

Il ruolo di Sandro Pertini

Il “Presidente più amato dagli italiani” è ancora oggi nel cuore di tutti. Ogni italiano che lo ricordi, o ne abbia sentito parlare, potrebbe esprimergli la sua riconoscenza per l’umanità con la quale parlava al Paese e per il suo innato desiderio di pace. Pertini ha contribuito alla costruzione dell’Italia repubblicana, nel nome della democrazia e della libertà.
Sandro Pertini maturò sin dal principio la sua fede politica socialista, che giocoforza contrastava con il fascismo e diventò un suo fervente oppositore. Entrato nella lista dei nemici del regime, fu costretto all’esilio in Francia per evitare la cattura. Nel Paese transalpino, dove diversi esuli antifascisti trovarono rifugio, tentò di organizzare la resistenza e, allo stesso tempo, preparare il ritorno in Italia. Poco dopo il suo rientro, fu arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a dieci anni e nove mesi di carcere. Il suo credo era talmente forte che rifiutò ogni tipo di difesa al processo e quando la madre richiese la grazia, si scagliò anche contro di lei. Pertini era in carcere quando il Duce proclamò la nascita dell’Impero e mentre informò il Paese dell’entrata in guerra, non fu un uomo libero nemmeno quando cadde il fascismo. Solo nell’agosto del 1943, riuscì ad uscire dal carcere e a unirsi alla Resistenza attiva. Il suo impegno fu rivolto immediatamente all’organizzazione della lotta antifascista e alla fondazione del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). Fu coinvolto negli scontri a Roma contro i tedeschi mentre costoro occuparono la città e, insieme ad altri partigiani tra cui Saragat, fu arrestato dai nazifascisti e condotto in carcere in attesa della fucilazione. Riuscì ad evadere grazie a dei patrioti socialisti che ne organizzarono la fuga. In seguito, si trasferì a Milano, dove assunse la segreteria del Partito ed entrò nel CLN Alta Italia. Erano le fasi decisive della lotta.
Nell’aprile del ‘45 le forze nazifasciste erano in rotta e le formazioni partigiane sferrarono il colpo decisivo agli occupanti: insurrezione generale.

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.”

Sandro Pertini ai microfoni di Radio Milano Liberata

Le forze partigiane insorsero in tutte le città del nord ancora occupate dai nazifascisti e le ultime sacche di resistenza vennero annientate. Gli italiani si ripresero la libertà dopo anni di sofferenze e di patimenti, con la lotta e la Resistenza, che li fece combattere per una giusta causa. Dalle macerie nacque un’Italia nuova, libera e democratica.

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