A Sanremo non c’è solo musica. L’esperienza di Salvatore Martinelli

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Quando si parla di Sanremo il pensiero va subito al Festival della canzone italiana. È inevitabile. La storia di questa meravigliosa città ligure è legata alla famosa kermesse musicale giunta alla sua 69esima edizione. Ovviamente lo stesso discorso vale anche al contrario: il Festival della canzone italiana non sarebbe lo stesso senza Sanremo e il suo caratteristico Teatro Ariston.
Forse però, quello che ancora non sappiamo è che Sanremo non è solo musica, ma c’è tanto altro ancora. Oltre ai cantanti, ai musicisti e a tutti i personaggi famosi, ci sono anche tante altre professionalità che lavorano e orbitano attorno all’intera manifestazione.
È di questo che ho parlato con Salvatore Martinelli di Filiano, che vive e lavora a Macerata, già alla sua seconda esperienza lavorativa a Sanremo.

Raccontami della tua esperienza sanremese. Questa è la seconda volta che partecipi, giusto?
Sì è giusto, ovviamente non ho partecipato alla kermesse per spiccate doti canore, ma per lavoro.
L’anno scorso mi venne proposta questa possibilità dallo studio di consulenza dove attualmente lavoro, per incominciare a capire un po’ le dinamiche dell’ambiente e i meccanismi che reggono tutto quello che c’è dietro il Festival e come le aziende si interfacciano, con i propri prodotti o servizi, a questa realtà (backstage, aree hospitality, …). Quest’anno, ovviamente, ci sono arrivato con una consapevolezza maggiore lavorativamente parlando, ma con molti più risultati da raggiungere per le aziende che si sono affidate allo studio.

Di cosa ti sei occupato?
Lo studio di consulenza per cui lavoro si occupa di marketing e branding: operiamo strategicamente con azioni che spaziano dal brand building all’event-planner, ma queste sono solo alcune delle cose che facciamo. In sintesi, accresciamo il valore e il posizionamento delle aziende che si affidano a noi studiando anche il mercato e il target a cui potrà rivolgersi ognuna di esse, dal momento che ciascuna ha diverse necessità.
Lo studio è presente sullo scenario nazionale partecipando ad alcuni degli eventi di maggior interesse: Festival della canzone italiana di Sanremo, Festival del Cinema di Venezia e di Roma, …
Palcoscenici nazionali come Sanremo e Venezia sono delle passerelle importantissime per le aziende per mettersi in risalto e non parlo solo dei prodotti o servizi, ma anche per promuovere la propria filosofia e i valori aziendali, fondamentali a mio parere per creare empatia con i consumatori. Essere presenti a livello nazionale è il risultato di una strategia che sta a monte e questo è bene specificarlo. Non si arriva su un palcoscenico di questo tipo senza una strategia forte alle spalle.

Qual è l’aspetto che preferisci del tuo lavoro?
Ce ne sono tanti. Gli eventi a cui partecipiamo, per esempio, sono dei veri e propri palcoscenici dove mettersi in mostra, conoscere persone e mentalità diverse. Sì! Credo che l’aspetto che mi piace di più di questo lavoro è che sono sempre “spinto” ad essere creativo e a studiare nuovi argomenti. Ho sempre pensato che oggi, nella società e soprattutto nel mondo del lavoro, non ci sia tempo per star fermi ad aspettare. Tutto questo è possibile grazie alla fiducia che i colleghi e lo studio mi hanno concesso, per questo li ringrazio.

Tornando a Sanremo, cosa si può trovare durante il Festival della canzone italiana?
Come ho detto prima, Il Festival di Sanremo è una passerella e come tutte le passerelle, ci vogliono essere tutti.
A parte operatori del settore (agenti, marketers, giornalisti, ecc..) e tutte le figure che orbitano attorno all’immenso universo RAI (addetti alla scenografia, registi, attori più o meno famosi), ci sono una molteplicità di personalità che usano i riflettori del festival per pubblicizzarsi: youtubers, influencers, che girano i propri format da mandare sui loro canali social; cantanti emergenti, meteore, vecchie conoscenze della televisione, partecipanti di reality, insomma ci sono tutti.

Sanremo è solo spettacolo e finzione, oppure è possibile trovare anche l’Italia reale?
Sanremo inteso come Festival, a mio parere rispecchia il vero andamento del Paese, basta guardare tutte le polemiche che sono scoppiate sul vincitore, su cui non voglio entrare nel merito. Il Festival rappresenta l’Italia con tutte le sue contraddizioni, ma anche con molti aspetti positivi.
Basta passare un giorno dentro la città dei fiori per rendersi conto sin da subito che si respira un’aria di speranza, felicità e sana integrazione. Sanremo intesa come città, non c’è niente da dire, è una delle città più belle d’Italia!

Cosa porterai con te di questa esperienza?
Moltissime competenze acquisite sul campo e tutte le nuove persone con cui mi sono trovato a collaborare e a lavorare ogni giorno, che mi hanno permesso di arricchire il mio bagaglio culturale e di esperienza, in modo tale da riuscire un giorno a realizzare uno dei miei obiettivi: arrivare a curare gli interessi di una delle tante aziende che rappresentano le eccellenze lucane. Penso che la riscoperta della nostra bellissima regione passi anche dai prodotti che produce e questo è solo il primo tassello per risolvere i problemi che la caratterizzano.
Matera è stato solo il primo passo, ora bisogna continuare. Portare i nostri prodotti su un palcoscenico così importante per me sarebbe un onore.

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