Via Crucis di Filiano. Intervista a Vito Sabia, storico organizzatore della manifestazione

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Crocifissione (1984) – CineFoto Gruosso

Venerdì 30 marzo si svolgerà la 34esima edizione della Via Crucis di Filiano, con partenza alle ore 17.00 da Piazza Autonomia.
Questa storica manifestazione è diventata parte integrante della tradizione filianese e coinvolge numerosi cittadini che diventano attori non professionisti per un giorno. Le fasi salienti della Passione sono il processo davanti a Càifa, il processo davanti a Pilato e la condanna di Cristo che sotto il peso della croce percorre le principali vie del paese. Lungo il percorso ci sarà l’incontro con Simone di Cirène, la Veronica, le Pie Donne, la Samaritana e quello ancor più commovente con la Madonna, oltre alle tre cadute di un Cristo che sempre più affaticato, procede verso il Calvario.
Ma come nasce la Via Crucis di Filiano?
E che significato ha per i cittadini filianesi?
L’ho chiesto a Vito Sabia, storico organizzatore della manifestazione.

Deposizione (2000) – CineFoto Gruosso

La Via Crucis vivente di Filiano è giunta alla 34esima edizione. Com’è nata questa manifestazione? È stato difficile portare avanti la tradizione per tutti questi anni?
La Via Crucis Vivente di Filiano è una manifestazione tra le più antiche tradizioni filianesi. Ha origine nel lontano 1984, frutto dell’iniziativa di un gruppo di giovani di Filiano – guidati dall’animatore Antonio Mecca e poi confluiti nel costituendo Circolo A.N.S.P.I. “Vitalba” – che con pochi mezzi e molto entusiasmo, misero in scena la prima edizione, realizzando con le proprie mani tutto ciò di cui avevano bisogno, dai costumi alle scenografie.
Nel volume fotografico “1984-2014 • Filiano • 30 anni di Via Crucis” dato alle stampe dalla Pro Loco Filiano, Antonio Mecca scrive: «La Via Crucis a Filiano non è nata per caso, perché era già scritta dentro di noi.» Infatti, Antonio e tutti noi ragazzi e ragazze che frequentavamo la parrocchia, eravamo colpiti dalla devozione con cui le nostre nonne e le nostre madri partecipavano alla Via Crucis tradizionale: una croce di legno avvolta da un lenzuolo bianco che veniva portata a turno da ognuno di noi per le vie del paese. Questa immagine riemerse prepotente negli anni post terremoto. E così nel 1984, su proposta di Antonio Mecca, si decise di realizzare la “nostra” Via Crucis vivente; grazie anche alla disponibilità del nostro parroco Don Mariano Spera che credette in noi e ci concesse i locali parrocchiali necessari per sviluppare le attività connesse all’evento. Rischiando in termini di partecipazione di visitatori, si decise di realizzarla proprio il venerdì santo, lo stesso giorno della nota e ultracentenaria Via Crucis di Barile. Ma l’obiettivo – come ricorda Antonio del suddetto volume – non era la contrapposizione con Barile, bensì il parallelo tra la sofferenza subita da Gesù per la sua dottrina e la sofferenza dei terremotati dell’80, i quali abitavano in c.da Parco. Proprio lì si decise di realizzare il primo Calvario: luogo di sofferenza ma anche di speranza di risollevarsi da quella difficile situazione.
Tranne che per la prima edizione (quella del 1984) alla quale non potei partecipare in quanto mi trovavo in situazione di degente in ospedale, dal 1985 sono parte attiva ed integrante dell’organizzazione della Via Crucis Vivente di Filiano: sono l’unico che ha “vissuto” tutte le edizioni della Via Crucis vivente di Filiano. Nell’organizzazione annuale della manifestazione sono sorte negli anni diverse difficoltà oggettive e materiali e un paio di volte siamo stati addirittura sul punto di abbandonare il tutto, presi dallo scoramento. Ma ci siamo accostatati alla realizzazione della Via Crucis vivente sempre consapevoli sia della difficoltà sia dell’importanza di questo impegno, e abbiamo coordinato i lavori riuscendo sempre a superare le diverse difficoltà manifestatesi nel corso della realizzazione dell’evento.
Le principali difficoltà sono state rappresentate dai costumi, dalla recitazione e dalle risorse economiche. Ai costumi “poveri” dei primi due anni si è posto rimedio con il noleggio degli ottimi costumi d’epoca utilizzati dalla Pro Loco di Atella – sempre disponibile nei nostri confronti – per la loro Via Crucis del giovedì santo. Nel 2014 ci siamo dotati di nostri costumi il più possibile confacenti alla storia della Passione di Cristo, sia per stoffe che per foggia. Per le armature delle guardie ebree e guardie romane ci avvaliamo sempre dei bellissimi costumi della Pro Loco di Atella. L’intento di noi organizzatori è stato sempre quello di avere nuovi “attori” che interpretassero i ruoli con parti recitate. Ma ci siamo scontrati, qualche volta, con la scarsa disponibilità dei giovani: infatti negli anni i ruoli dei personaggi con parti recitate sono stati ricoperti frequentemente dagli stessi interpreti, per fortuna molto bravi e disponibili.
Il crescere della Via Crucis – in termini di organizzazione e visibilità – ha comportato sempre la necessità di nuove risorse economiche. Attualmente facciamo fronte alle spese con le generose offerte della popolazione, che coprono il noleggio dei costumi, con il contributo del Comune di Filiano e dell’Apt Basilicata.

L’orto degli ulivi (2007) – CineFoto Gruosso

Spesso, in riferimento alla manifestazione, hai parlato di “realismo della fede popolare”. Puoi spiegarci meglio questo concetto?
18 aprile 2014, Via Crucis vivente di Filiano, scena della prima caduta: Gesù – interpretato da Vito Verrastro – stanco, sfinito, tutto coperto di piaghe, non può sotto il peso della croce più reggersi in piedi e crolla a terra. Una donna del numeroso pubblico presente all’evento, profondamente colpita dalla veridicità dell’intensa rappresentazione, con lo slancio del cuore si stacca dal pubblico e tenta di soccorrere Gesù.
In questo episodio realmente accaduto durante la trentesima edizione della rappresentazione della Via Crucis vivente di Filiano sta il significato “intimo” della nostra Passione del Cristo, ciò che io definisco il “realismo della fede popolare”. Il realismo è quello che rimane quando sono allontanate le apparenze, il realismo è la capacità di attingere alle nostre facoltà e di determinare una reazione valida: così il realismo è uguale alla verità. La fede è il vero realismo, perché soltanto la fede crea vera cultura.

Quali sono le fasi salienti della rappresentazione?
Lo svolgimento della Via Crucis vivente di Filiano si articola in più scene coinvolgendo attori non professionisti e figuranti in costume d’epoca (circa sessanta in tutto), che riportano gli spettatori all’epoca dei fatti, immedesimandosi nei personaggi e trasmettendo emozioni che riescono a coinvolgere il pubblico nel dramma storico della passione.
Le fasi salienti della “nostra” Passione sono il Processo davanti a Càifa e Pilato, seguito dalla condanna del Cristo che, vacillante sotto il peso della pesante croce, percorre le vie del paese. La sacra rappresentazione ha il suo prologo in Piazza Autonomia e precisamente dal sagrato della Chiesa madre, con la rievocazione delle accuse dinanzi al Sinedrio. Il corteo si dipana poi lungo un suggestivo percorso – avente come scenario le strade ed i vicoli della nostra cittadina – tracciando i momenti salienti della passione, scanditi dalle quattordici tradizionali stazioni del rito della “Via Crucis”: il processo dinanzi a Ponzio Pilato in Piazza SS. Rosario, le tre cadute di un Cristo che, sempre più affaticato, procede lungo la salita verso il Calvario, il commovente incontro con la Madre e con la Veronica, immagini queste in grado di creare un’atmosfera di profondo raccoglimento e riflessione, ricca di pathos e suggestioni.

Incontro con la Samaritana (2012) – CineFoto Gruosso

Particolare rilevanza è data ai momenti dell’incontro di Gesù con gli altri personaggi che la tradizione evangelica colloca sulla via verso il Calvario: Simone di Cirène, l’uomo che si accollò il peso della croce per alleviare le sofferenze di Gesù; le donne del popolo, che hanno accompagnato con il loro pianto i momenti più intensi della Via Crucis e la Samaritana. Il rito ha il suo culmine – da molti anni – nei pressi della Villa Mancini, luogo della rappresentazione del Gòlgota, con il tragico momento della crocifissione. Qui la drammatica immagine della croce sul cruento palcoscenico del Calvario fa da sfondo ad un affresco vivente particolarmente significativo: il corpo del Cristo tra le braccia delle Madre, che la storia dell’arte ci ha fatto conoscere nelle varie rappresentazioni della Pietà, viene riproposto come momento culminante della rievocazione del sacrificio del figlio di Dio. Il toccante epilogo della Via Crucis si ha con la luce della resurrezione.
Vivamente apprezzata da un pubblico sempre più numeroso e partecipe, la Sacra Rappresentazione viene negli anni riveduta ed integrata con nuove scene e personaggi, sempre nel rispetto del rigore storico dell’ambiente e dei costumi dell’epoca. Nell’edizione del 2009 e del 2014 (trentesima edizione) è stata realizzata l’Ultima cena; nel 1989 è stata realizzata per la prima volta la Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi”, scena ripetuta negli anni 1991, 2000 e 2009; nel 2014 è stato inserito il nuovo personaggio di Barabba; e infine nell’edizione del 2017 è stato ripreso il personaggio di Claudia, moglie di Pilato, che mancava nelle prime edizioni (1984 e 1985).

Per la nostra comunità, la Via Crucis è uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Arrivano visitatori anche da fuori?
La Via Crucis di Filiano è una di quelle tradizioni che rendono davvero interessante la nostra comunità anche da un punto di vista culturale. La Sacra rappresentazione si caratterizza per la grande partecipazione dei giovani della nostra comunità. Infatti, accanto agli interpreti “storici”, gli altri figuranti sono tutti giovanissimi, in particolar modo per quanto riguarda i ruoli più significativi. La partecipazione di molti giovani alla realizzazione di questo dramma sacro popolare e vedere soprattutto quanto essi siano partecipi di questa tradizione è importante: questo consente di tramandare la “Via Crucis” alle nuove generazioni, in modo che la tradizione continui. Tradizione che oltre a celebrare la storia religiosa, ha anche la funzione di rinsaldare i vincoli della nostra comunità.
La Passione di Cristo di Filiano, nell’ambito degli appuntamenti annuali filianesi, ha toccato un traguardo per il quale sono convinto possa essere definita tradizione. Da ormai 34 anni ininterrottamente, Filiano e i suoi abitanti vivono con straordinaria intensità e propongono ai tantissimi ospiti provenienti anche da regioni limitrofe una manifestazione di notevole interesse religioso e d’effetto scenico.

In conclusione, possiamo affermare che la Via Crucis è diventata parte integrante della comunità e della tradizione filianese?
Come abbiamo detto prima, ormai la Via Crucis vivente si può considerare patrimonio della comunità filianese.

Donato Summa, Antonio Mecca e Vito Sabia – CineFoto Gruosso

Nel corso degli anni, è divenuta una tra le più riuscite manifestazioni del periodo pasquale nel Vulture-Melfese per la forte e intensa proposizione di un dramma umano e religioso della cristianità, per la curata ricerca storica e per l’attenta ricostruzione dei luoghi evangelici. Tutto questo è stato possibile grazie al concorso di tanti protagonisti che vanno citati e ringraziati.
Cominciamo dai comitati organizzatori che hanno programmato le varie fasi preparatorie, l’aspetto artistico, realizzativo e promozionale della manifestazione: in primis il gruppo di giovani filianesi, i quali radunatosi intorno all’animatore Mecca Antonio e con la collaborazione del parroco Don Mariano Spera, vollero impegnarsi nell’organizzazione dell’iniziativa. Quel gruppo di giovani poco tempo dopo diede vita al Circolo “Vitalba” A.N.S.P.I. che ha curato l’organizzazione dell’evento fino al 2011. Per alcuni anni ad esso si era affiancato la Pro Loco che muovendosi sul solco della tradizione ha cercato di dargli continuità e che tutt’ora porta avanti la tradizione, tentando di rinnovarla ed ampliarla.
Dal 2009, l’organizzazione vede la collaborazione del Forum Giovanile Comunale C63, mentre, dal 2017, nell’organizzazione è stato inserito il Gruppo “Amici del Presepe vivente”. Proseguiamo con i filianesi – e non solo – chiamati ad interpretare il ruolo di attore e figuranti; le signore che hanno realizzato i costumi; i tecnici che hanno curato le luci e l’audio; i professionisti che hanno curato le foto e le riprese video.
Grazie alla fattiva collaborazione del Comune di Filiano (le varie Amministrazioni comunali, i funzionati, i dipendenti e la Polizia locale) e delle locali Associazioni di volontariato (Protezione civile e Croce Rossa) è stata assicurata sempre la puntuale gestione logistica. Un grande ringraziamento a tutti i concittadini che non hanno fatto mai mancare il loro sostegno economico.

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