Il giornalismo d’inchiesta in Basilicata

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P1010721Della crisi e del pericolo di estinzione del giornalismo d’inchiesta, delle opportunità e dei rischi della moltiplicazione delle fonti e dei punti di accesso alle informazioni, si è discusso il 23 ottobre a Filiano, durante l’incontro “Giornalismo d’inchiesta in Basilicata” organizzato dall’Associazione Pro Loco di Filiano
Molti problemi del giornalismo d’inchiesta dipendono proprio dal modo in cui gli stessi giornalisti fanno il loro mestiere e, in questo caso, l’errore è davvero dietro l’angolo a causa delle notizie spesso parziali che si hanno a disposizione. Molti, invece, sostengono che uno dei mali del giornalismo d’inchiesta sia l’autocensura: in realtà, il più delle volte se si interviene per non pubblicare una notizia vuol dire che quest’ultima può essere dannosa oppure non del tutto fondata, solo molto raramente lo si fa a scopo di censura vera e propria. Poi c’è una crisi del giornalismo in generale, dovuta non solo a motivi finanziari, ma anche al fatto che il sistema di informazione è diventato sempre più veloce e spesso le notizie vengono “bruciate” su internet. Per tutti questi fattori, la casa naturale del giornalismo d’inchiesta sembra essere il libro.
Nel corso della serata è stato presentato “Il segreto di Anna”, libro-inchiesta di Fabio Amendolara sulla misteriosa morte del commissario Anna Esposito. Tre sono gli argomenti su cui l’autore si sofferma per dimostrare che questo caso non può definirsi un semplice “suicidio anomalo”: il legame con il caso di Elisa Claps, la pista passionale che è forse la più semplice, infine le minacce sotto forma di biglietti anonimi, che la dirigente della Digos riceveva in Questura.
Superficialità o complotto?
«L’errore umano è spesso il fattore che condiziona la risoluzione di casi più o meno gravi» ha spiegato Mariarosaria Colangelo, psicologa e criminologa «spesso si arriva sulla scena del crimine in maniera impreparata e nel caso specifico di Anna Esposito, può darsi che poiché le persone coinvolte erano colleghi e amici, le emozioni e lo sgomento abbiano influito sul buono intervento». È anche vero che c’è stata molta omertà non solo da parte dei colleghi, ma anche da parte di alcuni esponenti della Chiesa. La serata si è conclusa con un interessante dibattito, durante il quale il pubblico è intervenuto attivamente a dimostrazione che, come ha affermato Gianluigi Laguardia, giornalista e moderatore dell’incontro: «solo con persone libere e non omertose si costruisce una comunità dignitosa. La verità arriva sempre».

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