Il Nobel per la pace a Malala

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education-activist-malala-nobel-peace-prizeQuest’anno all’Accademia di Oslo, il premio Nobel per la pace è stato assegnato congiuntamente all’attivista indiano per i diritti dei bambini Kailash Satyarthi ed alla pachistana Malala Yousafzay.
Così, ho deciso di ricordarvi la sua storia.
Torniamo indietro nel tempo, nel 2009. Malala ha 11 anni, come tante della sua età, ama fare picnic in famiglia, le piace giocare con le sue amiche, ma soprattutto ama studiare ed è desiderosa di imparare. Niente di strano se non per il fatto che vive in un paese, il Pakistan, dove sta per essere approvato un editto dei talebani contro l’istruzione femminile.
La sua vita cambia, quando inizia a scrivere su un blog della BBC, dove documenta le difficoltà quotidiane delle donne sotto il regime talebano, nel distretto dello Swat.
Scrive usando lo pseudonimo di Gul Makai, il nome di un’eroina di un racconto popolare Pashtun.
Il suo blog inizia ad essere seguito in tutto il mondo e le sue parole hanno una tale risonanza da mettere in allarme perfino i talebani, che iniziano a chiedersi: chi è questa ragazzina?

In un post del 14 gennaio, scrive questo:
“Potrebbe essere l’ultima volta che vado a scuola”
Ero di cattivo umore sulla strada della scuola, perché le vacanze invernali cominciano domani. Il preside ha annunciato quando iniziano le vacanze, ma non ha detto quando la scuola riaprirà. E’ la prima volta che succede.
In passato, la data di riapertura veniva sempre annunciata chiaramente. Il preside non ci ha detto perché non l’abbia fatto, stavolta, ma io credo che  i talebani abbiano annunciato che l’editto contro l’istruzione femminile entrerà in vigore ufficialmente a partire dal 15 gennaio.
Stavolta le ragazze non sono così entusiaste di andare in vacanza, perché sanno che, se i talebani applicano l’editto, non potremo mai più andare a scuola. Alcune compagne erano ottimiste e dicevano che certamente la scuola riaprirà a febbraio, ma altre mi hanno confidato che i genitori hanno deciso di lasciare Swat e di trasferirsi in altre città per il bene della loro istruzione.
Visto che oggi era l’ultimo giorno di scuola, abbiamo deciso di giocare nel cortile un po’ più a lungo. Io credo che la scuola un giorno riaprirà, ma mentre tornavo a casa ho guardato l’edificio pensando che potrei non tornarci mai più.

Nonostante lo pseudonimo, la sua vera identità viene scoperta. Il 9 ottobre 2012 alcuni uomini armati, salgono sullo scuolabus che la stava riportando a casa e le sparano al collo e alla testa. Le ferite sono gravi e dopo le prime cure in Pakistan viene trasferita all’ospedale di Birmingham (Regno Unito). Qui viene sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per rimuovere i proiettili.
Questa è la storia di Malala Yousafzai.
Oggi Malala sta bene ed è più forte di prima. Vive a Birmingham con i suoi genitori e frequenta la Edgbaston High School for Girls.
In seguito all’attentato è diventata un simbolo per tutte le bambine che non possono andare a scuola e si impegna affinché il diritto allo studio sia uguale in tutto il mondo.
“One child, one teacher, one book and one pen can change the world”
“As once said, a room without books is like a body without soul, and I say: a city without a library is like a graveyard”
La sua storia è la dimostrazione che anche la persona più piccola può fare la differenza.

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