Quando c’era Berlinguer

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img099Enrico Berlinguer è morto l’11 giugno del 1984, un mese prima che io nascessi e quindi posso dire di non aver mai incontrato, nella mia vita, un politico dalle sue qualità morali ed etiche. Per fortuna però esistono i documenti e gli audiovisivi, che a mio parere hanno tutta la validità di un documento cartaceo, che mi hanno permesso di conoscerlo meglio. Com’è noto su Enrico Berlinguer sono state dette tante parole, perciò io non mi aggiungerò a queste, semplicemente mi interessa parlare del film “Quando c’era Berlinguer” che Walter Veltroni ha realizzato su di lui. Ieri 19 maggio, presso il cinema Due Torri di Potenza, Veltroni è venuto a presentare il suo film-documentario, io ho voluto esserci perché vedere un film dopo che il regista ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a realizzarlo è sempre un’occasione preziosa.
Come temevo c’è stata la solita passerella dei politici locali, più spocchiosi e spacconi di quanto richiedesse l’occasione, però per fortuna Walter Veltroni si è limitato a parlare del film evitando di fare campagna elettorale. Aspetto che personalmente ho apprezzato molto, visto che ero lì solo per vedere il film e capire se un cinefilo può essere anche regista!
L’intenzione di Veltroni era quella di realizzare un documentario come se fosse un film, con emozioni, ricordi e storie che hanno la loro forza. Ha raccontato i momenti salienti della vita di Enrico Berlinguer attraverso i documenti dell’epoca e le testimonianze delle persone che hanno vissuto con lui in quegli anni. Il tutto collocato nel preciso tempo storico in cui ha vissuto, tenendolo al riparo dalle interpretazioni successive.
CIMG8109Spiega che le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questo film sono due: la memoria e l’apolticità. Il film inizia con un piccolo sondaggio dove si chiede ai giovani e meno giovani: “Chi era Berlinguer?” Le strane risposte che danno testimoniano che c’è la necessità di fare un ripasso generale della storia e ci si pone il problema della memoria. Solo chi ha memoria può avere curiosità per il futuro, come spiegava Marcello Mastroianni “la memoria di qualsiasi cosa va alimentata […] Persino in un film di fantascienza come “Blade Runner” il replicante soffre in una maniera struggente, perché in quanto replicante non ha un passato e non ha una memoria. E questo da la misura di quanto sia importante.”
E poi c’è la questione dell’apoliticità. In una lettera scritta dal carcere di Sassari, dopo essere stato rinchiuso per aver protestato contro il carovita che non permetteva ai sardi di comprarsi il pane, un ventenne Berlinguer riflette proprio sull’antipolitica. Diceva che tutto ciò che impedisce la politica è fascismo, è rinuncia all’essenziale relazione tra esseri umani. Perché quando la politica viene silenziata c’è da tremare.
L’immagine di Berlinguer che colpito da un ictus e visibilmente sofferente, continua a parlare durante l’ultimo comizio di Padova, prima di morire, è l’immagine del politico che mette l’interesse del popolo prima di tutto. Un’immagine che avrebbe potuto aprire gli occhi a molti politici che erano in sala ieri, peccato che la maggior parte di loro ha resistito solo fino a metà della proiezione!

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