Da Socrate alla versione di Fenoglio

Tempo di lettura: 2 minutiTempo di lettura: 2 minuti
La versione di Fenoglio – Gianrico Carofiglio (Einaudi Editore)

Pietro Fenoglio, un carabiniere prossimo alla pensione e Giulio, un giovane studente intelligente ma un po’ disorientato, s’incontano per caso in una palestra. Entrambi sono impegnati a “rieducare” i loro corpi con la fisioterapia: il primo, dopo un intervento all’anca e il secondo, in seguito ad un incidente automobilistico. Due uomini a primo impatto molto diversi tra di loro, ma che in realtà hanno in comune molto più di quello che pensano.

Pietro e Giulio sono i protagonisti de La versione di Fenoglio, ultimo libro di Gianrico Carofiglio (Einaudi Editore) rimasto per molto tempo ai primi posti delle classifiche tra i libri più venduti.
Si tratta di un romanzo piacevole e scorrevole, che si sviluppa principalmente sotto forma di dialogo. Proprio questa sua caratteristica mi ha riportato alla mente i miei studi di filosofia. Il rapporto tra Pietro e Giulio ricorda molto quello tra maestro e allievo, tipico del metodo socratico.
Di Socrate sappiamo che non aveva l’atteggiamento saccente, tipico di un uomo che dall’alto del suo sapere cercava d’istruire gli altri, bensì dava l’impressione di voler imparare da loro.
Il compito del maestro è quello di aiutare l’allievo a raggiungere il sapere, stimolando la sua curiosità, il suo spirito critico e la sua capacità di analizzare la realtà. Attraverso il dialogo e l’ascolto si arriva insieme alla conclusione.

Questo è un po’ quello che avviene nel romanzo: i due protagonisti si raccontano esperienze, confidenze personali e ogni storia diventa un pretesto per riflettere sulla vita e, magari, fare progetti per il futuro. Entrambi si trovano a un bivio nella loro vita e dialogare li aiuterà a trovare una possibile soluzione.

Ho apprezzato molto il paragone tra l’attività investigativa e la scrittura: osservare, comprendere gli indizi e a partire da questi ricostruire l’accaduto e, dunque, la storia. Perché “l’investigatore è un costruttore di storie. E per costruire buone storie le parole sono importanti.”

“Credo che la chiave sia: porsi domande su quello che si sta guardando e, più in generale, su quello che si sta percependo. Solo così smetti di dare le cose per scontate e cominci a vedere davvero ciò che ti circonda. Immagino sia una qualità richiesta anche a un bravo scrittore: registrare cose che hanno visto tutti e mostrarle come se fosse la prima volta, come se prima non le avesse mai notate nessuno.”

La versione di Fenoglio – Gianrico Carofiglio
Share Button