La parabola del contadino cinese

Tempo di lettura: 2 minutiTempo di lettura: 2 minuti

Negli ultimi anni, mi è capitato sempre più spesso di guardare dentro di me e ripensare alla mia vita.
Qualche giorno fa, ero impegnata con dei servizi domestici e nel frattempo stavo ascoltando una puntata del podcast di Gianluca Gotto Il paradiso è qui! Se ancora non lo conosci, ti consiglio di rimediare perché si tratta di un autore, i cui libri sono davvero capaci di aiutarti a vedere la vita in maniera differente.
Tornando a noi, nell’episodio in questione, ha raccontato la parabola del contadino cinese che vorrei condividere con te.

La parabola del contadino cinese

Molti anni fa, nelle campagne cinesi, un uomo e suo figlio vivevano in un piccolo villaggio. Possedevano poche cose: solo una baracca in cui vivevano e un campo sul quale il contadino lavorava duramente tutti i giorni con il suo cavallo. Quando il cavallo scappò, gli abitanti del villaggio andarono a trovare il contadino e gli dissero a gran voce: “Il cavallo ti era utile per poter lavorare. Che sfortuna hai avuto!”.
E il contadino rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Una settimana dopo, il cavallo ritornò e assieme a lui vi erano altri due cavalli selvatici. Il contadino e il figlio si ritrovarono quindi ad avere tre cavalli. Gli abitanti del villaggio questa volta dissero all’uomo: “Avevi un solo cavallo e ora ne hai tre. Che fortuna hai avuto!”.
Anche questa volta il contadino rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Qualche giorno dopo il figlio stava pulendo la stalla del cavallo, quando uno di loro si agitò e lo colpì con forza, facendolo cadere. Il ragazzo si fece male ad una gamba. Gli abitanti del villaggio questa volta dissero al contadino cinese: “Tuo figlio è l’unico che ti può aiutare nel tuo lavoro. Che sfortuna hai avuto!”
Ancora una volta, il contadino rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Qualche settimana più tardi, alcuni soldati dell’esercito arrivarono nel villaggio e iniziarono a reclutare giovani uomini da portare a combattere in una guerra dove nutrivano poche speranze di vittoria. Quando passarono dalla casa del contadino cinese videro suo figlio con la gamba rotta e decisero quindi di passare oltre.
Gli abitanti del villaggio, una volta appresa la notizia, si rivolsero al contadino : “I nostri figli vanno a morire in guerra mentre il tuo è infortunato. Che fortuna hai avuto!”
E il contadino, come sempre, rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.

La vita è ingiusta. Forse sì, forse no. Vedremo!

Come suggerisce Gianluca Gotto, la parabola del contadino cinese ci insegna una cosa semplice, ma molto importante: mai giudicare frettolosamente gli eventi della vita.
Oggi siamo abituati a etichettare tutto quello che ci succede come giusto o sbagliato, fortuna o sfortuna, bello o brutto. Questo atteggiamento conduce a molta sofferenza. Essendo impegnati in questa attività di “catalogazione” perdiamo di vista quello che la vita può insegnarci. Alcune delle cose che inizialmente definiamo bellissime, possono trasformarsi poi in situazioni spiacevoli e viceversa. Non è facile capirlo ed accettarlo – questo lo so bene – ma la sofferenza può condurci a qualcosa di bello e totalmente inaspettato. Proprio come il fiore di loto che non cresce nell’acqua limpida, ma ha bisogno del fango per mettere radici e fiorire.

Share Button