Associazione Sostenitori Cultura Idnologica Lucana (ASCIL): intervista al presidente Gian Luigi Rana

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IMG_0362La Basilicata è la prima regione italiana per numero di specie e varietà del genere Tuber. Questa è una delle tante informazioni che apprendiamo dall’interessante intervista al presidente dell’Associazione Sostenitori Cultura Idnologica Lucana (ASCIL), Gian Luigi Rana, già professore ordinario di Patologia Vegetale presso l’Università degli studi della Basilicata ed attualmente incaricato di Micologia presso l’Ateneo lucano.
I tartufi si possono comprare e coltivare ma devono essere prima cercati con l’ausilio dei cani da tartufo, come ci spiega Tony Pagano, vice presidente ASCIL, tartufaio hobbista, appassionato di natura ed addestratore di cani.

Perché è nata l’Associazione Sostenitori Cultura Idnologica Lucana ?
La Basilicata è stata per troppi anni una terra di truffe ed eccessivo sfruttamento per quanto riguarda il tartufo. Molti sedicenti esperti provenienti da altre regioni, proponevano impianti di tartufaie coltivate e vendevano a caro prezzo le presunte piante tartufigene. Poi gli stessi e le relative ditte di appartenenza, spesso del nord Italia, sparivano! Tutto questo è stato possibile, perché le conoscenze idnologiche (cioè del tartufo e dei funghi ipogei) erano scarse. Quindi, gli scopi principali dell’Associazione sono evitare che si continuino a depauperare le risorse tartuficole naturali senza rispettare la legge e diffondere la cultura del tartufo in Basilicata.
L’ASCIL non è un’associazione a scopo di lucro e mira anche alla valorizzazione del territorio e ad inculcare il rispetto della natura. Per perseguire questi obiettivi i soci ASCIL sono disponibili a collaborare con le scuole di ogni ordine e grado in perfetta sintonia con le altre associazioni micologiche operanti sul territorio lucano.
Esiste un tartufo lucano? E quali sono le sue peculiarità e caratteristiche?
Va subito precisato che in Basilicata ci sono tutte le specie e le varietà di tartufo di cui la legge consente la raccolta, la trasformazione, la commercializzazione e l’utilizzo per la coltivazione. Tra le specie c’è il Tuber aestivum, chiamato volgarmente “scorzone o maggengo”, che è il tartufo più abbondante e meno costoso, salvo per pezzature grosse. Poi esiste la varietà uncinatum, che è lo “scorzone invernale”, che si raccoglie da ottobre e per tutto l’inverno. Un altro tipo di tartufo è il “bianchetto” (Tuber Borchii) che si trova abbondante nelle pinete costiere e nei terreni sabbiosi, ma anche in altitudine (1000-1200 m). Esiste anche un tartufo invernale, il Tuber brumale di cui si conosce anche la varietà moschatum, perché ha un aroma particolare che richiama il mosco, ovvero un odore tipico di un secreto ghiandolare di un piccolo cervide asiatico, chiamato appunto Moschus moschiferus. Il Tuber macrosporum, chiamato comunemente “tartufo nero liscio”, che è piuttosto raro in Basilicata. Il Tuber magnatum, che sembra una specie caratteristica del nord Italia, ma in effetti esiste in abbondanza anche in alcune località della Basilicata lungo corsi d’acqua e/o in terreni un po’ profondi ed alquanto argillosi. Un’altra specie da ricordare è il Tuber mesentericum, per il quale ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, poiché dietro questo binomio latino si nascondono più specie. Non si deve dimenticare, infine, il Tuber melanosporum, ovvero il “tartufo nero pregiato”, che è raro nella regione ma può essere in essa coltivato.
Si può coltivare il tartufo?
Certamente e la nostra associazione è nata anche per propagandare questo aspetto. È necessario insistere sulla coltivazione perché le tartufaie naturali, un po’ per la presenza di un eccessivo numero di cinghiali, un po’ per lo sfruttamento eccessivo e non controllato, un po’ per l’inquinamento che si va sempre più diffondendo, tra qualche tempo andranno sempre più impoverendosi. Così com’è successo al nord Italia.
uncinatoPer trovare i tartufi ha un ruolo molto importante anche il cane. Ci sono delle razze più portate per la ricerca del tartufo?
(Risponde il vice presidente dell’ASCIL, N.d.A) Un po’ tutti i cani sono addestrabili e idonei alla ricerca di un particolare odore anche se in Italia l’unica razza riconosciuta come “cane da tartufo” è il Lagotto Romagnolo, quello a cui fanno riferimento i neo-tartufai pensando che sia il cane che dia i risultati migliori. Di fatto, sulla base della nostra esperienza, il tipo di addestramento ed il rapporto che si crea tra il padrone ed il cane fanno la differenza.
Tra l’altro, a seguito di numerose richieste, l’ASCIL organizzerà un corso di addestramento base per il cane, che sarà tenuto da persone qualificate ed esperte. Si può anticipare che detto corso sarà improntato sulla seguita di una traccia, lo sviluppo dell’olfatto del cane e, soprattutto, sui metodi di comunicazione con il cane per raggiungere l’obiettivo più importante, cioè entrare in sintonia con quest’ultimo.
Quali sono i vostri progetti futuri?
L’ASCIL si propone sia di promuovere la valorizzazione del prodotto sia di far capire che, se gli organi di controllo come il Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri, le Guardie ecozoofile, le Guardie provinciali e i Vigili urbani non opereranno il controllo a norma di legge del territorio, fra qualche decennio le tartufaie naturali potrebbero completamente scomparire. L’Associazione non trascurerà, inoltre, la propaganda delle tecniche di coltivazione del tartufo e l’assistenza a privati che vogliano realizzare delle tartufaie sui propri terreni per evitare che si possano perpetrare a loro danno ulteriori frodi commerciali. L’ASCIL intende anche prendere contatto con istituti scolastici o strutture come l’Associazione Italiana Assistenza Spastici (Aias) per aiutare e sensibilizzare i bambini verso un maggiore rispetto della natura e dei suoi frutti. Nel giugno 2015, mese in cui si raccoglie in abbondanza lo “scorzone estivo”, è in programma un 3° corso formativo ed un’escursione in bosco, così da conciliare teoria e pratica.
Come ci si può iscrivere all’ASCIL?
È necessario registrarsi gratuitamente sul sito www.profumodilucania.it ed accedere nella sezione dedicata all’ASCIL. Qui, oltre a numerosi video, curiosità e lavori scientifici, è possibile trovare tutte le informazioni ed i moduli necessari all’iscrizione.

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