La Repubblica Italiana

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Nasce la Repubblica Italiana

La seconda guerra mondiale era terminata da poco e l’Italia si stava lasciando alle spalle l’esperienza della dittatura fascista per entrare in una nuova fase della sua storia unitaria.
Il 2 giugno 1946 si svolsero le elezioni dell’Assemblea Costituente, che sarebbe stata incaricata di scrivere la nuova Costituzione Italiana. Si trattava delle prime elezioni libere dopo venticinque anni e in cui avevano diritto di voto anche le donne. In quello stesso giorno, gli italiani e le italiane sarebbero stati chiamati a decidere direttamente – mediante referendum – se mantenere in vita l’istituto monarchico o fare dell’Italia una repubblica.

Quelle votazioni furono caratterizzate da un’affluenza senza precedenti nella storia delle elezioni libere in Italia: il 90% circa degli aventi diritto. I voti a favore della repubblica prevalsero con un margine abbastanza netto: 12.700.000 contro i 10.700.000 per la monarchia.

Il 13 giugno, dopo un vano tentativo dei monarchici di contestare la regolarità formale del voto, Umberto II partì per l’esilio in Portogallo. Terminò così il legame fra l’Italia e la monarchia sabauda.
Nelle elezioni per la Costituente, la Dc si affermò come primo partito con il 35,2% dei voti, seguita dal Psiup con il 20,7% dei voti e subito dopo dal Pci con il 18,9% dei voti. Era evidente, dunque, il successo dei partiti di massa e la crisi dei vecchi gruppi liberal-democratici, ormai sostituiti dalla Dc nella rappresentanza dell’Italia moderata. La sinistra risultava complessivamente rafforzata, ma non tanto da diventare maggioritaria. Questi stessi risultati, però, se analizzati regione per regione, rivelavano che la vittoria della Repubblica nel referendum si reggeva sulle regioni settentrionali e che anche il voto politico vedeva la sinistra in vantaggio nel Centro-Nord, ma debolissima nel Mezzogiorno.

Storia d’Italia a fumetti

Ho avuto da sempre un tesoro inestimabile sulla mia libreria e non me ne ero mai resa conto.
Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi è una collana di 15 volumi che risale agli anni ’70 e che racconta le vicende principali della storia del nostro Paese: dalla caduta dell’Impero Romano, fino agli anni di piombo. Alla realizzazione dei fumetti presero parte disegnatori come Milo Manara, Sergio Toppi, Dino Battaglia e Hugo Pratt. L’opera ebbe un tale successo che venne ristampata più volte e in diversi formati.

Di recente ho imbiancato la mia camera, quindi mentre spolveravo e risistemavo tutti i miei libri sulla libreria, ho fatto caso a questi volumi sottili e dalle pagine leggermente ingiallite dal tempo. Mi sono ricordata che da piccola mi piaceva sfogliarli e guardare le figure: c’erano personaggi di cui all’epoca ignoravo l’identità e scene di guerre sanguinose che m’impressionavano tanto.
Era arrivato il momento di leggere quei fumetti, le cui storie mi stavano chiamando a gran voce. È stato bello e interessante ripercorrere le vicende salienti della storia d’Italia, attraverso questa prospettiva insolita e originale. Un caleidoscopio narrativo, che oltre ai fatti prettamente storici, narra anche eventi d’attualità, costume e sport.

Ho scelto di parlare di quest’opera proprio oggi, nel giorno della Festa della Repubblica Italiana, perché credo che queste celebrazioni possano diventare delle importanti occasioni di approfondimento della storia d’Italia e non solo. Io ho scelto di leggere questa collana di fumetti ma sono sicura che se cerchiamo bene, a casa di ognuno di noi è possibile trovare un piccolo tesoro nascosto: un libro, un film o, ancora meglio, un testimone diretto della nostra storia da interrogare.

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