L’incubo di Hill House

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L’incubo di Hill House

Lo ammetto, visto il periodo pesante che stiamo vivendo, forse questo non è il libro migliore da scegliere per distrarsi! In realtà, lo avevo iniziato qualche settimana fa, poi a causa di una serie d’impegni l’ho dovuto mettere da parte… L’ho ripreso ieri e l’ho concluso nel giro di una giornata.
Ecco, leggere un buon libro, può essere un modo per passare al meglio queste giornate di stop forzato in casa. Se ti piacciono le storie di case infestate, questo libro fa per te!

Hill House

L’incubo di Hill House (The Haunting of Hill House, 1959 – Adelphi) è uno dei più celebri romanzi di Shirley Jackson, la regina del “gotico americano” di cui ho già parlato in questo articolo.
Che la casa sia “cattiva”, l’autrice ce lo dice fin dall’inizio.

Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.

L’incubo di Hill House – Shirley Jackson

Perché recarsi in un posto così?
In questo caso, ciò che spinge il professor John Montague a raggiungere un luogo così poco ospitale è il desiderio di conoscere e analizzare i fenomeni paranormali che si verificano da sempre ad Hill House. Per farsi aiutare in questa sua ricerca, il professore ingaggia tre ragazzi: Eleanor Vance, Theodora e Luke Sanderson.
Eleanor ha trascorso undici anni ad accudire la madre malata ed ora, a trentadue anni, si ritrova senza una casa e costretta a farsi ospitare dalla sorella e dal cognato, con i quali non ha un bel rapporto. L’invito di recarsi ad Hill House è per lei, quindi, l’occasione per dare una svolta alla sua vita e riprendere in mano il proprio destino. Theodora è un’artista, diversissima da Eleanor, scelta dal professor Montague per la sua empatia e sensibilità verso i fenomeni extrasensoriali. Luke Sanderson è un ragazzo ironico e spensierato, mandato dalla zia proprietaria di Hill House, affinché vegli sulla casa.

Una casa cattiva

Più che una casa, Hill House è il modello perfetto della psicosi.
Hill House è la protagonista indiscussa della storia, oserei dire il “personaggio” principale, perché sembra avere una sua volontà e un’identità ben precisa. La casa è instabile anche sul piano architettonico e il suo squilibrio è voluto fin dall’inizio dal suo primo proprietario e progettista, Hugh Crain. Hill House, sia all’interno che all’esterno, è piena di spigoli, angoli nascosti, pareti curve, pavimenti e scalini inclinati che tutti insieme provocano disorientamento e malessere in chi la abita.
La storia si sviluppa poco alla volta e, man mano che si procede nella lettura, il ritmo della narrazione diventa sempre più incalzante. Più che un horror, definirei questo romanzo un thriller psicologico: non ci sono scene di violenza esplicita o splatter, ma in tutto il libro c’è una tensione costante, che coinvolge il lettore sempre di più.

Curiosità

Da questo romanzo di Shirley Jackson sono stati tratti due film e una serie tv: Gli invasati di Robert Wise (1963), Haunting – Presenze di Jan de Bont (1999) e The Haunting of Hill House (2018) serie di Netflix scritta, diretta e prodotta da Mike Flanagan.

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