La lotteria

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Un mesetto fa, navigando su internet in cerca d’ispirazione per nuove letture, ho scoperto che sul sito della casa editrice Adelphi era attivo lo sconto del 25% su tutto il catalogo (in realtà lo sconto è valido fino al 15 febbraio, sei ancora in tempo!).
Di certo non potevo esimermi dall’approfittarne, quindi ho iniziato a sfogliare le pagine del sito e mi sono soffermata su un nome: Shirley Jackson. Ciò che mi ha colpito in particolare è stata la definizione del suo stile letterario, “gotico americano”.

Shirley Jackson, la regina del gotico americano

Shirley Jackson è stata una scrittrice e giornalista statunitense, la regina dello stile gotico americano appunto, la cui leggenda è nata dal racconto La lotteria. Il testo fu pubblicato nel 1948 sul New Yorker e scatenò l’immediata reazione dei lettori della rivista, che sconvolti e indignati, sommersero la redazione di lettere chiedendo spiegazioni e chiarimenti. Non riuscivano a capire il senso, il “perché” di una storia del genere.

La lotteria

Approfittando dello sconto, come dicevo, ho fatto una bella scorta di libri e, tra questi, la maggior parte sono della scrittrice americana, che ha ispirato autori del calibro di Stephen King e Richard Matheson.
Ho deciso di cominciare la lettura da La lotteria, una raccolta che oltre all’omonimo racconto, contiene anche altre tre brevi storie ugualmente sconcertanti e inquietanti: Lo sposo, Colloquio e Il fantoccio.
La storia descritta nel racconto e che dà il titolo alla raccolta, è ambientata in una piccola cittadina del New England, dove il 27 giugno di ogni anno, da tempo immemore, si svolge una lotteria che coinvolge tutti gli abitanti. Quella che sembra una classica scena idilliaca di vita comunitaria, in realtà si rivela essere una crudele tradizione, una sorta di rito di passaggio. La storia coinvolge il lettore con il suo ritmo serrato e lo obbliga a riflettere sugli aspetti più oscuri dell’animo umano.
Devo fermarmi qui per rispetto di chi non ha ancora letto il libro… forse ho già detto troppo!
Tra le sue varie trasposizioni, merita senz’altro una menzione la versione illustrata dall’artista Miles Hyman, nipote di Shirley Jackson (a volte, è proprio vero che la mela non cade lontano dall’albero). Una narrazione per immagini, capace di dare voce anche al silenzio.

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