Il sentiero della creatività

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Ci sono alcuni autori che ritrovo spesso nella mia vita, magari menzionati durante un corso, oppure citati da altri scrittori. Questo è il caso di Italo Calvino.
Le sue opere, il suo pensiero e la sua visione del mondo a metà strada tra fiaba e realtà mi hanno sempre affascinato e incuriosita. Per questo motivo ho deciso d’intraprendere un viaggio approfondito tra le sue città invisibili, conoscere i suoi personaggi fantastici e lasciarmi ispirare dalle sue lezioni americane.
Questo viaggio parte da Il sentiero dei nidi di ragno.

Pin e il mondo dei grandi

Il sentiero dei nidi di ragno racconta la storia di Pin, un bambino che vive con la sorella (la Nera di Carruggio Lungo) che fa la prostituta. La madre è morta e il padre è andato via lasciandoli soli. La storia è ambientata in Liguria – durante il periodo della Resistenza Partigiana – tra il carruggio e l’osteria, dove Pin trascorre le sue giornate abbandonato a sé stesso in perenne ricerca di amicizie tra gli adulti. Un giorno uno sconosciuto chiede al ragazzo di rubare la pistola (una P38) di un marinaio tedesco cliente della sorella. Pin – che con questo gesto spera di ottenere finalmente il rispetto dei grandi – riesce nell’impresa, ma quando il giorno dopo si reca all’osteria, scopre che lo sconosciuto è sparito e nessuno sembra più avere interesse verso la pistola.
Che strani i grandi!
Così Pin decide di tenere la pistola per sé e di nasconderla in un posto che conosce solo lui, il sentiero dove fanno il nido i ragni.

“Ci sono strade che lui solo conosce e che gli altri ragazzi si struggerebbero di sapere: un posto, c’è, dove fanno il nido i ragni, e solo Pin lo sa ed è l’unico in tutta la vallata, forse in tutta la regione: mai nessun ragazzo ha saputo di ragni che facciano il nido, tranne Pin.”

Tornando al paese viene catturato dai tedeschi che trovandolo con il cinturone della pistola, lo portano in carcere per interrogarlo e picchiarlo. Qui conosce Lupo Rosso, leggendario giovane partigiano, il quale lo aiuta a scappare. Durante la fuga, però, i due si perdono e Pin inizia a girovagare da solo nei boschi, dove incontra per caso Cugino, un partigiano che lo conduce con lui sulle montagne dov’è nascosto il distaccamento capeggiato dal Dritto. È così che inizia l’avventura di Pin tra i partigiani.

La Resistenza anticonformista

Italo Calvino scrive il suo primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno nel 1947, quasi spinto da un’esigenza irrefrenabile. Il primo libro è l’occasione perfetta per sciogliere quel “nodo che ti porti dentro, che o lo sciogli quella volta o mai più”. L’opera s’inserisce nel contesto del Neorealismo, la tendenza letteraria più diffusa nell’immediato dopoguerra, ma allo stesso tempo se ne allontana. In questo romanzo, infatti, è presente un tratto originale che lo distacca in maniera netta dalla produzione letteraria di quegli anni: la narrazione come favola.
Come spiega lo stesso Calvino nella lunga prefazione all’edizione del 1964, la scelta di questo stile narrativo nasce dall’esigenza di lasciare la letteratura libera dalla politica dell’epoca e dai suoi schemi: “era necessario conservare l’anticonformismo che aveva caratterizzato proprio la Resistenza.” Per questo motivo Calvino decide di raccontare questa pagina importante della storia italiana, attraverso gli occhi di un bambino che vive nel mondo dei grandi. Il tema della Resistenza, dunque, viene affrontato come un evento secondario, mentre viene messa in primo piano la vita di Pin e degli strani personaggi che incontra per caso. Ciò che emerge subito agli occhi del lettore è la solitudine di Pin, un bambino che non fa parte né del mondo dei piccoli né di quello dei grandi.
“Pin è solo sulla terra. Sotto la terra i morti.”
Pin è un bambino solo e desideroso di trovare il suo posto nel mondo, che si pone domande diverse, che vede la vita in modo diverso e che quindi racconta anche la Resistenza in modo diverso da tutti gli altri romanzi dell’epoca.
Anche i partigiani protagonisti del romanzo non sono descritti come eroi e questo è evidente già dai loro soprannomi, che sembrano più nomi di personaggi fantastici e grotteschi, che di figure epiche: il Dritto, Cugino, Pelle, Mancino, Zena, Beretta di Legno e Labbra di bue. A parte Lupo Rosso, gli altri partigiani si ritrovano a combattere contro i fascisti per puro caso o per evitare la prigione.

Cosa sarà di loro dopo la guerra? Cosa farà Pin?
Non ti svelerò il finale, lascio che sia tu stesso a scoprirlo. Ti darò solo un consiglio: svuota la tua mente da tutti i pregiudizi, metti un po’ da parte la tua razionalità e lasciati coinvolgere dalle vicende strampalate dei protagonisti, solo così potrai trovare il sentiero che ti porterà in un mondo fantastico, dove potrai lasciar fluire libera la tua creatività.

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