Il tesoro linguistico della Basilicata

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Un populu | mittitulu a catina | spugghiatulu | attuppatici a vucca | è ancora libiru. || Livatici u travagghiu | u passaportu | a tavola unni mancia | u lettu unni dormi | è ancora riccu. || Un populu, diventa poviru e servu | quannu ci arrubbano a lingua | addutata di patri: è persu pi sempri.

Ignazio Buttitta da Lingua e dialettu (1970)

Del grande tesoro linguistico della Basilicata e delle peculiarità del dialetto aviglianese, si è discusso venerdì a Filiano nel corso di un convegno organizzato dall’associazione socio culturale Attivamente. L’incontro – che rientra nell’ambito dell’ampia rassegna Il Maggio dei Libri – è stato l’occasione per riflettere, insieme ad esperti del settore, sull’importanza dei dialetti come bagaglio culturale da trasmettere e tutelare.
Dopo i saluti del Presidente di Attivamente, Alessandro Viggiano e del Sindaco di Filiano, Francesco Santoro, c’è stata l’introduzione di Vito Sabia, Presidente del Consorzio Pro Loco Marmo-Melandro- Basento-Camastra, che ha illustrato le tante attività che le Pro Loco di Basilicata da sempre mettono in campo per tutelare il dialetto, da lui definito “bene comune, fragile e prezioso”. Primo fra tutti, il Premio “Salva la tua lingua locale” – istituito dall’Unpli – che da anni valorizza le composizioni letterarie in dialetto e stimola autori, scolaresche, associazioni e quanti lavorano per mantenere vive le tradizioni linguistiche.

Molto emozionante è stato l’intervento della poetessa Crescenzia Lucia, che ha parlato del suo grande amore per il dialetto, la sua “lingua del cuore” e del suo forte legame con Filiano, il suo paese d’origine. Il dialetto è la lingua con cui lei ha iniziato a parlare e che non ha più lasciato.
Il dialetto, dunque, è un bene prezioso, che fa parte della nostra cultura e della nostra identità, e che contrariamente a quello che si potrebbe pensare, appassiona anche i più giovani.
Ne è un esempio Francesco Iannielli, giovane compositore di Filiano, che recentemente ha conseguito la Menzione Speciale al Concorso di Poesia Dialettale Lucana con una sua composizione poetica dal titolo “Tattënònnë e lu cëgnalë”.
Nel corso della serata, per festeggiare insieme alla comunità filianese e a testimonianza di questo importante riconoscimento, la Prof. Patrizia Del Puente ha consegnato a Francesco una medaglia da parte dell’Università della Basilicata, mentre l’Amministrazione Comunale di Filiano lo ha omaggiato con una targa.

È proprio dalla poesia di Francesco che la Prof. Del Puente, Docente di Glottologia e Linguistica presso l’Unibas, ha preso spunto per illustrare ai presenti i tratti caratteristici e distintivi del dialetto filianese. Una vera e propria lezione che ha coinvolto e catturato l’attenzione di tutti i presenti e, per me, è stato come tornare di nuovo tra i banchi dell’università!
“Le parole ci restituiscono la nostra storia nella sua interezza. Per questo tutelare i dialetti è importantissimo, perché perderli significherebbe perdere la nostra storia.” ha spiegato la Prof. Del Puente “La Basilicata ha una forza linguistica unica, con regole grammaticali chiare e precise, proprio per questo motivo è diventata un punto di riferimento importante nel panorama linguistico accademico internazionale.”

La serata è stata presentata da Giuseppe Carriero, responsabile dei social network Io amo Filiano e Filiano oggi.

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