Una marcia per vivere una vita che vale

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Foto Vitantonio Pace

La marcia come mezzo per dire cose importanti e coinvolgere la cittadinanza.
La marcia per raccontare le proprie origini e le peculiarità del territorio.
La marcia come espediente per promuovere la cultura di pace, tolleranza, legalità e accoglienza. Una cultura che non può esistere senza l’amore verso l’altro, che non è mai una minaccia ma sempre una ricchezza e una risorsa per tutti.
È questo il messaggio che hanno trasmesso i ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Federico II di Svevia” Avigliano Frazioni – Filiano nel corso della Marcia per la Cultura che si è svolta a Filiano sabato 4 maggio.

Foto Vitantonio Pace

La manifestazione ha avuto inizio all’interno del Centro Sociale “Prof. G. Lorusso” dove si è svolta la presentazione ufficiale dell’evento, introdotta dai saluti istituzionali della Dirigente Scolastica Amelia Maio, del Sindaco di Filiano Francesco Santoro e del Sindaco di Avigliano Vito Summa.
La Presidente dell’Unicef Basilicata Angela Granata nel suo intervento ha definito la scuola come “un vivaio di fiori pregiatissimi” e ha condiviso l’idea della marcia come veicolo per trasmettere messaggi importanti di pace e apertura verso altri popoli e altre culture. Tomangelo Cappelli, Coordinatore del programma “La Basilicata in Marcia per la Cultura”, ha ricordato che l’obiettivo principale di questo progetto è fare dei lucani i primi turisti della Basilicata. Conoscere la storia dei luoghi in cui si è cresciuti e le tradizioni millenarie che li caratterizzano, aiuta i ragazzi a crescere consapevoli delle proprie origini e pronti a viaggiare per il mondo.
Vito Sabia, Presidente del Consorzio Pro Loco Marmo-Melandro-Basento-Camastra, ha illustrato ai ragazzi il patrimonio culturale del territorio: dalle Pitture Rupestri di “Tuppo dei Sassi” alle tipicità enogastronomiche, primo fra tutti il Pecorino di Filiano. Infine, c’è stato l’intervento del Maestro Marco Ranaldi, il quale ha risposto alle curiosità dei ragazzi riguardo al suo lavoro di musicista e alla scoperta delle pitture rupestri da parte del padre, l’archeologo Francesco Ranaldi.

Foto Vitantonio Pace

Protagonisti della seconda parte della mattinata sono stati ragazzi, che attraverso i laboratori emozionali hanno raccontato la storia e le tradizioni più antiche della nostra terra.
Un giovane Federico II di Svevia, accompagnato dalla sua corte, ha narrato la grandezza del suo regno dal punto di vista culturale e artistico, che fece di lui lo “stupore del mondo”. È stato messo in scena anche l’antico rituale del matrimonio aviglianese con i costumi tipici della tradizione.
Molto spazio è stato dedicato anche alla musica: prima con l’orchestra dell’Istituto Comprensivo “Federico II di Svevia” che ha emozionato il pubblico con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e l’Inno alla gioia e, poi, con i suonatori di organetto e di flauto.

La pioggia ha concesso una tregua, giusto il tempo di fare una piccola marcia fino in Piazza SS Rosario, dove c’è stato l’ascolto emozionale delle campane dell’antica Chiesa di San Giuseppe. Il momento più bello della manifestazione è stato proprio questo: vedere marciare i ragazzi nel nome della cultura e condividere le loro emozioni e la loro voglia di vivere una vita che vale con l’intera comunità di Filiano.

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