Vorrei mettere il mondo in carta di Giorgia Colucci

Tempo di lettura: 4 minutiTempo di lettura: 4 minuti
Copertina di Guendalina Ebelli

Qualche settimana fa è stato pubblicato “Vorrei mettere il mondo in carta” de “I Quaderni del Bardo Edizioni” di Giorgia Colucci. Si tratta di un e-book che raccoglie alcune delle poesie e dei componimenti scritti dall’autrice nel corso degli anni. Nata a Tradate nel 1998, Giorgia Colucci vive a Vedano Olona, nella provincia di Varese. Appassionata di lettura e di storie sin dall’infanzia, inizia ben presto a coltivare la passione per la poesia, vincendo nel 2010 un premio assegnato dal Comune di Locate Varesino per il componimento “Questo amore di animale”. La scrittura accompagna Giorgia anche durante gli anni al Liceo Classico Cairoli di Varese, nei quali pubblica poesie e articoli cinematografici su alcuni blog e sul giornale scolastico. Attualmente studia Comunicazione, media e pubblicità presso l’università IULM di Milano.

Quella di Giorgia Colucci è una scrittura matura e tesa alla ricerca della rima, come punto di fuga alla contemporaneità in cui i sogni fuggono in avanti per non essere ingabbiati da menti vecchie. La giovane autrice afferma i suoi valori nelle poesie dedicate alla famiglia, ai nonni, alla madre, al tema dei migranti (Madina) ma fa anche una riflessione sul ruolo salvifico e consolatorio della scrittura. In Ad Amarante scrive: “Prendo la penna in mano,/ rendo impermeabile l’inchiostro, la carta/ che cola in rivoli nella testa,/ senza connessione./ A fiume,/ oppongo fiume/ in una scialuppa di fiume”.

Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Giorgia. È sempre molto appassionante dialogare con persone con le quali si hanno interessi in comune.

Come nasce questo libro?
“Vorrei mettere il mondo in carta” nasce grazie a una proposta, del tutto inaspettata, di Stefano Donno, editore per I Quaderni del Bardo. Lui e quella che attualmente è la mia editor, la poetessa Elisa Longo, mi hanno coinvolto nella sfida di pubblicare questo e-book. Così, confrontandomi con Elisa ho iniziato a mettere ordine nel marasma di poesie e piccoli componimenti che si erano accumulati su fogli sparsi negli anni. Quello che è riuscito a superare gli esami e le riflessioni a posteriori, è quello che puoi leggere nella mia raccolta.
L’intenzione che ha preso corpo nel lavoro con Elisa, era quella di costruire una sorta di percorso di rinascita dalla vecchiaia all’infanzia e dall’inverno alla primavera. Volevo parlare del ruolo salvifico che ha secondo me la poesia. Spero di esserci riuscita.
La copertina di Guendalina Ebelli, fotografa della mia compagnia teatrale, ha completato l’opera.

Cos’è per te la poesia? E quando hai incominciato a comporre versi?
È abbastanza difficile rispondere alla prima domanda. Forse per me la poesia è un modo di vedere il mondo. Non la trovo elitaria o distante dalla quotidianità. Anzi è per me un modo di interiorizzare quello che mi succede tutti i giorni e  metterlo appunto in carta.
Quando scrivo poesia riesco a dare un peso diverso agli eventi. Proprio per questo a volte lo sento come una necessità, un modo per liberarmi l’anima.
I primi versi ho iniziato a comporli attorno ai 10 anni. Erano filastrocche abbastanza stupide. Una di quelle Al cane (Ricordo d’infanzia), l’ho addirittura inserita in “Vorrei mettere il mondo in carta”. È l’ultima poesia prima della rinascita estiva che chiude la raccolta. È il componimento infantile, ma per questo forse anche il più puro.

Quando hai capito che la scrittura, oltre che una passione, poteva diventare anche il tuo lavoro?
Se devo essere sincera, non sono ancora sicura che la scrittura possa essere davvero un lavoro. È un sogno per cui lotto, anche se è difficile. Probabilmente c’è tanta concorrenza perchè un lavoro che non ci si accorge di fare. Indipendentemente dal lavoro, sono certa che la passione per la scrittura è una “malattia” da cui non si guarisce mai. Oltretutto crea anche dipendenza, come saprai visto che anche tu scrivi.

Sono pienamente d’accordo con te!
A pochi giorni dall’uscita, “Vorrei mettere il mondo in carta” è già primo nella classifica Bestseller di Amazon nelle tre categorie: poesia sulla famiglia, poesie d’amore e poesie erotiche. Te lo saresti aspettato?
I due ebook de I Quaderni del Bardo, che hanno preceduto il mio, “L’acqua è seminale” di Riccardo Giuseppe Mereu e “Saltando nel vuoto ho raccolto l’oro” di Omar Gellera, avevano ottenuto dei buonissimi risultati. Tuttavia, pur avendo un’estrema fiducia sia nel mio editore, Stefano Donno, sia nella curatrice del mio e-book, Elisa Longo, non credevo di poter replicare. La cosa più divertente é il primato nella sezione “Poesie Erotiche”, dal momento che, almeno consapevolmente, non ho scritto poesie del genere. In ogni caso, la sfida sarà mantenere delle buone posizioni nel corso del tempo. Se mi concedi una citazione cinematografica credo che “Vorrei mettere il mondo in carta” sia in classifica come una “Gatta sul tetto che scotta”.

Nella poesia che da nome al libro dici “Cerco rime/ per sfuggire/ alla banalità/ (e nulla è più banale che dirlo)”. Dunque, è possibile raccontare il mondo di oggi senza risultare banali?
Questo non saprei dirlo. Credo che nessuna storia vera e appartenente a una persona possa essere banale. È un racconto che ha un significato per qualcuno. Lo sforzo che inseguo quando scrivo è quello di trovare una forma autentica che, proprio per questo, sfugga alla banalità.

Tra i tuoi tanti interessi c’è anche il giornalismo. A questo proposito, di cosa ti stai occupando?
Il giornalismo è il mezzo principale con cui mi piacerebbe trasformare la passione di cui parlavamo prima, in un vero lavoro. Per questo motivo ho scelto all’università di frequentare il corso in Comunicazione media e pubblicità, presso la Iulm a Milano. Al momento collaboro con varie testate, parlando di sport, eventi culturali e notizie cittadine. Per Radio Iulm, la radio della mia università, seguo la fascia di informazione quotidiana, dove parliamo di politica, esteri, curiosità e di tutto quello che riguarda l’Ateneo. Il martedì sera però tiro fuori la rockstar che c’è in me e conduco con un’amica un programma musicale sulla storia del rock. Molto divertente. Mi occupo anche di cinema e, quest’estate, ho avuto la fortuna di partecipare al Festival di Venezia come inviata del quotidiano lucano “La Nuova del sud”.  Un’esperienza strepitosa che mi piacerebbe replicare anche quest’anno.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Non saprei. Continuerò di certo a portare avanti la passione per la scrittura, sia all’università che sul lavoro. La poesia mi accompagna tutti i giorni e  poi tante storie in testa che vorrei concludere. Mi piacerebbe molto continuare il mio percorso con la squadra de I Quaderni del Bardo, che annovera poeti davvero talentuosi. Vedremo se capiteranno altre occasioni di pubblicazione.  Intanto nei prossimi mesi dovrebbe uscire un mio racconto breve nella raccolta Giovani Scrittori Iulm.

Giorgia, non mi resta che augurarti buon lavoro e in bocca al lupo!

Share Button