Consegna della Medaglia d’oro al Brigadiere Vito Pace di Iscalunga

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medagliaLa legge 29 novembre 2007, n. 222 all’art. 34, e il successivo decreto del Ministro dell’Interno del 6 maggio 2008, prevede il conferimento da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, della onorificenza di ‘Vittima del terrorismo’ con la consegna di una medaglia in oro. I destinatari di tale onorificenza sono i cittadini italiani appartenenti o non appartenenti alle Forze dell’ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, che per le loro idee e per il loro impegno morale sono stati colpiti dalla eversione armata.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con decreto in data 5 aprile 2016, ha conferito la “Medaglia d’oro per le vittime del terrorismo” al Brigadiere della Polizia Penitenziaria Vito Pace di Iscalunga di Filiano, con la seguente motivazione:

Per gli alti valori morali espressi nell’attività prestata presso l’Amministrazione di appartenenza rimanendo ferito durante la rivolta scoppiata nel carcere di Trani il 28 dicembre 1980.

La consegna della distinzione onorifica avrà luogo il 2 giugno, in occasione del 70° anniversario della Festa della Repubblica Italiana, alle ore 10:00, in piazza San Giovanni Bosco a Potenza.

La domenica del 28 dicembre 1980, dopo l’ora d’aria, un gruppo di brigatisti detenuti nella sezione speciale del carcere di Trani prende in ostaggio alcuni agenti di custodia e da il via ad una rivolta armata.
L’episodio si svolge 15 giorni dopo il rapimento del giudice Giovanni D’Urso (addetto alla direzione generale degli affari penitenziari) effettuato dalle B.R. il 12 dicembre a Roma e tre giorni dopo la proposta socialista di immediata chiusura della sezione speciale dell’Asinara. Esiste, dunque, tra la rivolta di Trani e i fatti sopra citati un chiaro legame politico e strategico. Ciò che richiedevano i rivoltosi – come emerge dai loro comunicati – era proprio la chiusura dell’Asinara, l’abolizione delle carceri speciali, l’abbreviazione della carcerazione preventiva e l’abolizione del fermo di polizia.
I detenuti riescono ad occupare sia il primo piano sia il secondo piano del carcere. Gli agenti di custodia tentano una prima operazione per ristabilire l’ordine, ma i terroristi rispondono con il lancio di molotov e altri esplosivi rudimentali. La Direzione tenta alcune trattative, ma non vanno a buon fine. Le barricate vengono rafforzate e il carcere resta nelle mani dei rivoltosi per tutta la notte.
Nel pomeriggio del 29 dicembre 1980, parte l’intervento dei GIS (Gruppi di Intervento Speciale dei Carabinieri) – sarà il loro esordio pubblico – i quali riusciranno a penetrare nel carcere calandosi sul tetto dagli elicotteri. L’intervento simultaneo di GIS, Carabinieri e Agenti di Custodia riuscirà a fare una breccia nelle barricate dei detenuti e, finalmente, a sedare la rivolta.
Ci fu un duro e violento scontro a fuoco, ed è proprio durante questo conflitto che il Brigadiere Vito Pace viene ferito alla gamba sinistra, colpito da un ordigno rudimentale.

Il Brigadiere Vito Pace
Il Brigadiere Vito Pace

Un grande riconoscimento, dunque, quello che verrà consegnato a Vito Pace, che gli fa onore e rende fieri e orgogliosi non solo la sua famiglia, ma anche l’intera comunità filianese.
«Cerimonie come quella che vedrà protagonista il nostro concittadino Vito Pace sono esempio di etica, coerenza di valori e senso del dovere e dello Stato che devono essere tramandati a noi tutti e alle nuove generazioni» ha dichiarato il Sindaco di Filiano, Francesco Santoro, che sarà presente alla manifestazione.

Concedetemi un piccolo pensiero personale.
Io ho perso i miei nonni quando ero solo una bambina… Avrei voluto fare tante domande a nonno Rocco e a nonno Canio sulla loro prigionia durante la seconda guerra mondiale. Il destino non mi ha dato questa possibilità. Forse è per questo motivo che mi sono davvero emozionata ad ascoltare questa storia direttamente da “zio Vito” e non sono riuscita a mantenere un atteggiamento distaccato, che molti avrebbero definito più professionale.
Condivido con voi questa emozione.

Partiamo dall’inizio. Nel 1980 lavoravi presso il carcere di Trani. Che ruolo ricoprivi?
Ero Brigadiere della Polizia Penitenziaria. Facevo il giro di ispezione nelle varie zone e sorvegliavo le guardie e le sentinelle.

Cosa successe quel 28 dicembre del 1980?
I “carcerati” si impossessarono delle chiavi delle guardie e si rinchiusero nella sezione speciale del carcere. Presero 19 “guardie” in ostaggio. Poi arrivarono da Avellino le squadre speciali dei Carabinieri, che venivano chiamate le “teste di cuoio”. Dagli elicotteri scesero sul tetto del carcere e riuscirono ad entrare. Poi, ci fu una grossa battaglia tra i “carcerati” e le “guardie”.

Il Brigadiere Pace e la moglie Carmela Lucia
Vito Pace e la moglie Carmela Lucia

Tu fosti preso in ostaggio?
No. Io non fui preso in ostaggio. Io rimasi ferito durante lo scontro con diverse ferite alla gamba sinistra, ma quella più grave fu alla caviglia dove mi si conficcò una scheggia e ho ancora la cicatrice (me la mostra, nda). Fui colpito da un ordigno rudimentale costruito dai detenuti con caffettiere riempite con le teste di fiammiferi e chiodini delle brande.

Che cosa hai provato in quel momento?
Ero molto spaventato. Era proprio come una guerra, non si riusciva a capire niente. Ho pensato che sarei potuto morire lì e non avrei più rivisto la mia famiglia. Ho avuto paura di questo.

Oggi ti capita di ripensare a quell’episodio?
Eh, certo! È rimasto tutto qui, nella mia mente… Sono cose che non si possono dimenticare. A volte mi ritorna tutto in testa, soprattutto di notte.

Cos’hai provato quando hai saputo che avresti ricevuto la Medaglia d’oro?
(Commosso, nda) Sono stato orgoglioso e onorato. Ho provato tanta gioia per il lavoro che ho fatto… Ma sono felice soprattutto per la mia famiglia. I miei figli, i miei nipoti e tutti quanti, saranno con me a Potenza quel giorno e sono tanto felice per questo.

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