Trekking: una metafora della vita

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pollino2010 036
Monte Pollino 2.248 metri

Se vuoi raggiungere un obiettivo, impegnati, mettici tutta te stessa e vedrai che ci riuscirai. Qualche volta cadrai, ti farai male è inevitabile. Ma non importa, perché quando ti sarai rialzata sarai più forte e determinata di prima! L’importante è non arrendersi mai!
Questo è quello che i miei genitori mi hanno sempre ripetuto fin da quando ero bambina.
Se, da piccola, mi lamentavo perché le maestre mi sgridavano, loro mi rispondevano: si vede che te lo meritavi! Oppure, se iniziavo a piangere perché avevo rotto qualche giocattolo, loro mi dicevano: piangere non serve a niente, piuttosto, vediamo se si può aggiustare.
Naturalmente, con l’aumentare dell’età, i problemi sono diventati sempre più complessi e difficili.
Spesso le cose non vanno come vogliamo e questo lo dobbiamo accettare… Ma cosa fare quando nonostante tutti i tuoi sforzi, nonostante tutto il tuo impegno le cose non riesci ad ottenerle perché, invece, ci sono altre persone che non fanno la loro parte?!?

Selfie nella neve!
Selfie nella neve!

È davvero frustrante… Ti senti umiliata e sfruttata!
Io non sono una che si lamenta e anche quando sto tanto male cerco sempre di trovare un motivo per sorridere. Ultimamente è proprio difficile… A volte, ho solo tanta voglia di piangere e di mollare tutto!
Magari qualche lacrima la faccio uscire, c’è chi dice che sia terapeutico…
Ma poi mi chiedo: a cosa serve? Piangere mi aiuterà a risolvere il problema?
Assolutamente no!
Dopotutto, come recita un famoso detto aviglianese: chiù scura r’ la mezzanotte nun pot ess’!
Dunque, bisogna reagire e ognuno di noi ha il proprio modo per superare i momenti difficili.
Io di solito scrivo – e questo post ne è la prova – oppure faccio sport.
Ad esempio, il trekking per me è una metafora della vita. Da quando ho iniziato a praticarlo, circa 6 anni fa, non ho più smesso. Ogni escursione è come se fosse la prima e ad ogni uscita imparo sempre qualcosa di nuovo sulla natura e su me stessa.

Il Vulture dal Monte Caruso
Il Vulture dal Monte Caruso

Mi alzo presto la mattina ed esco con il freddo. Cammino per una strada dissestata e ripida… Mi fanno male i muscoli, fatico, sudo… Più salgo e più mi manca il fiato… Penso: ma chi cavolo me lo ha fatto fare?!? Poi la foglia di un albero mi sfiora il viso – quasi a volermi chiamare – mi giro ed ecco quello che cercavo.
Guardo la maestosità degli alberi, sento l’odore del bosco, il vento che mi passa tra i capelli e capisco che ne voglio ancora… Ne voglio di più! Arriverò in cima, ce la faro!

Che cos’è la vita se non questo? Camminare per arrivare alla meta, lottare contro il freddo e le intemperie, faticare e, infine, conquistare la cima.
E io, anche questa volta – nonostante tutto e tutti – non mi arrendo, arriverò in cima e otterrò quello per cui ho tanto lavorato. Io non sono una che molla!

Amici, lottate e conquisterete la vostra vetta!

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