La Via Crucis come metafora della vita di tutti i giorni: una mia personale riflessione

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La morte di Gesù sul Golgota ha unito il cielo e la terra.
E’ stato, forse, questo il momento più toccante della Via Crucis di Filiano: la suggestiva location della collinetta di Villa Mancini, la colonna sonora e le particolari condizioni atmosferiche hanno creato un effetto di realismo straordinario.
Come ogni anno, nel giorno del Venerdì Santo, Filiano ha rivissuto i momenti salienti della Passione di Cristo grazie alla bravura e all’impegno di più di cento persone tra attori non professionisti, figuranti, costumiste, organizzatori e volontari. Organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Filiano e la collaborazione della Parrocchia “Maria SS. del Rosario” e del Forum Giovanile Comunale “C63”, la manifestazione è stata realizzata in seguito ad un attento studio dei testi sacri e nel più fedele rispetto delle fonti.
Potremmo, a mio avviso, suddividere la Via Crucis di Filiano in due fasi.
La prima fase si svolge su di un piano inclinato, c’è una tendenza verso il baratro, verso la morte. Gesù giudicato nel Sinedrio, il processo di fronte a Pilato sono tutti episodi che rappresentano, in qualche modo, quelli che sono i peccati della nostra società: la diffidenza verso chi è diverso da noi, l’odio verso altri credi e religioni, il giudizio facile e superficiale verso coloro che hanno il coraggio di andare contro corrente. Il popolo sceglie di salvare Barabba semplicemente perché è un tipo di malfattore che già conosce. Chi è invece Gesù? Chi è quest’uomo che ha il coraggio di seguire le proprie convinzioni, pur sapendo che sarebbe andato in contro ad una morte atroce? Meglio liberarsi di lui, che assistere al cambiamento a cui avrebbe dato inizio.
IMG_0247La seconda fase è mossa da una pulsione di speranza, Gesù accetta di andare incontro al proprio destino e schiacciato dal peso della Croce si incammina verso il Calvario, trovando come unico sollievo l’affetto e l’amore dei personaggi femminili, simbolo di vita e di rinascita. Cristo va in contro alla morte, ma con la speranza della resurrezione.
Chi mi conosce sa che non sono proprio quella che si potrebbe definire una vera e propria “cattolica praticante”, anzi spesso sono critica verso molte pratiche e abitudini cristiane (e non). Credo che questo dipenda dal fatto che mi piace pensare (in particolare, mi piace pensare con la mia testa) e sono diffidente verso tutti quelli che dicono di conoscere la “verità assoluta”, semplicemente perché credo che soltanto il dubbio possa condurre alla conoscenza.
Al di là di quelle che sono le mie convinzioni personali, trovo che la Passione di Cristo e la sua Resurrezione possa essere una storia da cui l’umanità potrebbe trarre beneficio e forza. La vita è fatta di momenti difficili e di cadute da cui sembra impossibile potersi rialzare, ma persino in quel momento possiamo rinascere, proprio come Cristo è risorto dalla morte.
Mio nonno Canio diceva sempre: cchiù scura r’la mezzanotte nun pot ess’. E detto da un uomo che ha vissuto l’orrore della seconda guerra mondiale è davvero una lezione di vita!
Tutto questo per dire che non bisogna mai arrendersi e non importa quante volte si cade, perché la vita ci darà sempre un’altra opportunità.
Buona Pasqua a tutti!

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