Tex Willer, cittadino onorario di Filiano

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Vito Sabia è il responsabile della Biblioteca Comunale di Filiano ed è anche uno dei soci più longevi e attivi dell’Associazione Pro Loco di Filiano. Tutti in paese sanno bene, però, che la sua vera passione sono i fumetti e in particolare Tex Willer! Abbiamo deciso di farci raccontare qualcosa di più su questo suo interesse per la “letteratura disegnata”.

cartolina mostra TexCom’è nata la tua passione per i fumetti e in particolare per Tex Willer?
È iniziata verso i 10 anni, quando, costretto a trascorrere lunghissimi periodi in ospedale per problemi di salute, ho letto “tonnellate” di fumetti: leggere i fumetti, infatti, rappresentava un passatempo, l’unico mezzo di distrazione. Ancora oggi leggo molti fumetti, perché mi piace essere il più possibile informato su quello che esce, ma il mio personaggio preferito resta Tex, un eroe che io definisco portatore di valori sani.
In un mondo che ci espone di continuo a ingiustizie e prepotenze rispetto alle quali siamo inermi, è bello sapere che, seppure nell’universo della fantasia, c’è qualcuno che a queste ingiustizie e a queste prepotenze è in grado di reagire. E nessuno, secondo me, sa farlo meglio di Tex Willer.
Il Tex di Gianluigi Bonelli è un uomo dal profondo senso di giustizia e questo sentimento lo ha messo in contrasto non solo con banditi e criminali vari ma anche, secondo il colorito linguaggio bonelliano, con i cosiddetti “farabutti in guanti bianchi”.
Tex è un eroe consapevole di trovarsi in un mondo ingiusto e tenta di raddrizzare i torti senza ricorrere alla delega o alla vaga speranza di un futuro migliore. Tex, soprattutto, non abbandona mai gli amici nei momenti di difficoltà: questa peculiarità dell’eroe è, a parer mio, una delle chiavi del suo carisma presso i lettori di tutto il mondo. La lettura di un’avventura di Tex ha una funzione terapeutica: ricordarci del valore assoluto della propria dignità.
Sappiamo che oltre ad essere un appassionato di fumetti sei anche un grande collezionista. Quanti volumi hai nella tua collezione personale?
Confesso che ho perso il conto degli albi di Tex della mia collezione: nelle varie edizioni (Tex Gigante, Tex Tre stelle, Tutto Tex, Tex Nuova Ristampa, Texoni, Tex a colori, ecc.) credo di averne oltre quattro mila.
Premetto che non mi considero un collezionista puro: questo per dire come il mio interesse sia rivolto soprattutto alla ricostruzione filologica di una serie e molto meno al valore collezionistico di un albo.
Per questa mia personale visione sul collezionismo mi consente di apprezzare quel meraviglioso riconoscimento al nostro Ranger rappresentata da “Tex Collezione Storica a Colori”, collana abbinata al quotidiano La Repubblica. Non so se nel tempo questa edizione potrà guadagnarsi un alto valore nel mercato del collezionismo, ma per me il suo valore estetico e culturale è notevole.
In particolare, mi piace collezionare libri e riviste di critica su Tex. Pur essendo sterminata la bibliografia texiana possiedo centinaia di libri e riviste su Tex e i suoi autori.
Nel tempo mi sono appassionato anche al merchandising e all’oggettistica ispirata a Tex o recante il suo marchio (locandine, statuine… e tanto, tanto altro). Considera che posseggo l’intera collezione (12 pezzi) di cinture con fibbia recanti il logo Tex, messa in commercio da una ditta di accessori per abbigliamento. Tutto questo materiale da me posseduto (oltre un migliaio di pezzi) è poi confluito nel volume “Di tutto di… Tex” di cui dicevamo prima.
Oltre a Tex compro tanti altri fumetti; possiedo la collezione completa di “Ken Parker”, “Storia del West”, “Dylan Dog”, “Julia”, e di altri personaggi, tanti graphic novel, e tanto altro.
A occhio e croce, penso di possedere complessivamente più di diecimila, forse quindicimila, fumetti.
Nell’estate del 2004 fu organizzata la mostra “Tex a Filiano”, che ebbe un grande successo. Ci puoi raccontare un aneddoto di quell’esperienza?
foto3Di quella bellissima esperienza vorrei ricordare due fatti: il primo, simpatico, che risale all’epoca della mostra e l’altro, gratificante, di questi ultimi tempi.
All’epoca, nell’allestimento della mostra coinvolsi, oltre agli amici della Pro Loco, anche i miei nipoti: Stefano e Marzia. Per più di due settimane lavorammo alacremente fino a sera tardi. Un giorno, mia nipote, all’epoca quattordicenne, stanchissima e un po’ esasperata, si sfogò scrivendo su un taccuino che ritrovai tempo dopo: “Zio, agg’ capit’ che te piace Tex, ma io nun ce la fazz chiù”.
In questi 10 anni trascorsi dalla mostra, mi è capitato di sovente (l’ultimo episodio risale a qualche settimana fa) che persone non di Filiano mi abbiano avvicinato per strada dicendo: «Ma sei Vito Sabia, quello di Tex. Ho visitato la tua mostra su Tex. Che bella iniziativa. Quando la rifai?» A dimostrazione che le cose ben fatte, almeno spero, ti ripagano nel tempo.
Oltre ad essere coautore, insieme a Luigi Ballarini, del libro “Di tutto di… Tex” (1997), sappiamo che hai anche curato la realizzazione di altri tre fumetti: “Fumetto ed handicap” (2005), “Il brigantaggio lucano nella letteratura disegnata” (2008) e “La Shoah raccontata a fumetti” (2011). Con il fumetto si possono affrontare anche temi così delicati e importanti?
Da grande appassionato di Tex Willer, con “Di tutto di.. Tex” ho voluto rendere un omaggio al mitico e intramontabile ranger: personaggio che ormai fa parte del nostro costume, dell’immaginario collettivo di tutti noi. Il volume – una guida, una sorta dì “bibbia” di quanto era stato prodotto all’epoca su Tex – è il frutto di uno scrupoloso lavoro di ricerca ed aveva l’ambizione di documentare tutto quello che su Tex era stato scritto e detto, spaziando dai libri al merchandising inteso nel senso più ampio del termine. Considera che il 90% circa del materiale censito è in mio possesso, ulteriormente incrementatosi negli anni.
I tre volumi che tu citi, promossi dalla Pro Loco di Filiano, sono delle “raccolte di opere” in cui vado alla scoperta delle forme in cui le tematiche dell’handicap, del brigantaggio lucano e della shoah abbiano fatto la loro comparsa nella “letteratura disegnata”.
Infatti, dal 1998 – ossia da quando la Pro Loco di Filiano si occupa della Biblioteca Comunale – abbiamo intrapreso un percorso volto ad esplorare le potenzialità del fumetto come strumento di “cultura”. Il fumetto, a mio modo di vedere, è un linguaggio a tutto tondo, che non può essere ridotto all’unico uso, o quasi, che se ne fa: divertissement, tempo libero. Considero il fumetto un veicolo mass-mediologico attraverso il quale è possibile portare avanti delle idee, delle posizioni, dei messaggi, nello stesso modo con cui lo fanno altre agenzie quali la televisione, la radio o i giornali: il fumetto può essere un veicolo educativo al pari degli altri mezzi di comunicazione di massa.
Forte di una trasversalità disciplinare più unica che rara, il fumetto è un mezzo che non ha eguali dal punto di vista delle possibilità didattiche. Da qui nasce il pregio di un medium che ha avuto da sempre il coraggio raro, per esempio, di affrontare un discorso maturo sull’handicap per raccontarlo a tutti, e possa anche risultare un valido ausilio per una cultura del ricordo (shoah) in quanto narrazione multimediale che intercetta potenzialità conoscitive molteplici e in mutamento.
Consentimi una notazione di orgoglio personale. Nel 2010 ricevetti richiesta scritta di una copia del mio volume “Il Brigantaggio lucano nella letteratura disegnata”, addirittura dal Prof. Bernd Dolle Weinkauf dell’Università “Goethe” di Francoforte sul Meno in Germania. Pertanto, il mio lavoro trova posto tra gli scaffali della prestigiosa biblioteca del “Centro di ricerca sulla letteratura per ragazzi”.
Hai citato la Biblioteca Comunale di Filiano, che sappiamo comprende circa 8000 volumi. Tra questi, ci sono anche fumetti?
Certamente. E non perché il sottoscritto risulta essere un appassionato di fumetti.
I fumetti, o meglio la “letteratura disegnata”, non possono e non devono mancare in qualsiasi biblioteca, soprattutto nelle biblioteche di “pubblica lettura” qual è quella di Filiano.
I fumetti, in fin dei conti, altro non sono che i diretti discendenti del racconto popolare: realizzano in modo privilegiato la funzione di cerniera culturale nei confronti del racconto e del romanzo di carattere letterario e prezioso può essere il loro impiego produttivo nella prospettiva di far recuperare ai ragazzi e agli studenti un rapporto positivo con l’attività di lettura.
Nella prospettiva di un buon rapporto con lettura e della scoperta del “piacere di leggere”, ti porto un esempio. Da diversi mesi sto acquistando in edicola la riedizione integrale e cronologica della collana di Ken Parker, il primo fumetto con caratteristiche d’autore in veste editoriale popolare comparso nel mercato italiano. La consapevolezza degli autori (Berardi ai testi e Milazzo ai disegni), la scrupolosa ricerca documentaria per rendere con fedeltà le caratteristiche di un’epoca, le storie assai di frequente deliziose e venate di grande poesia, gli intrecci proposti in modi mai banali e scontati, i personaggi sempre felicemente caratterizzati e dotati di un loro spessore realmente umano, la figura del protagonista carica di problematiche ed attraversata da contraddizioni che riflettono quelle che noi viviamo, l’uso sapiente delle tecniche narrative più raffinate e complesse, la presenza di robuste tematiche legate all’attualità o alla storia degli Stati Uniti nel secolo XIX, l’incisività dei dialoghi, una sofisticata cultura dell’immagine si accompagnano, negli albi di Ken Parker, ad una chiarezza “linguistica” sorprendente e ne fanno testi, contemporaneamente, di grande “densità” espressiva e di facile leggibilità.
Penso che uno degli ostacoli affinché il fumetto possa essere considerato a pieno titolo “nona arte” sia dovuto al problema di una mancanza di capacità di lettura dei fumetti. In virtù di ciò, la Pro Loco di Filiano, facendo leva sui contenuti delle opere a fumetti, ha proposto nel corso degli anni corsi e laboratori creativi con l’intento di avvicinare l’utenza giovanile alla biblioteca e promuovere e valorizzare il fumetto come risorsa partendo dalla sua natura di linguaggio, permettendo agli allievi di conoscerne le opere e acquisire le competenze necessarie per la loro gestione e trattamento.
Tra le varie iniziative realizzate, vorrei qui ricordare il Concorso Nazionale di Illustrazione dal titolo “Una matita per Riviello”, dedicato al poeta lucano Vito Riviello e promosso nell’ambito del progetto “Versi… di immagini. Quando la Poesia incontra il Fumetto”.
Un mio grande sogno è la realizzazione di una biblioteca dedicata esclusivamente al fumetto. Ti confesso che se ci fosse un serio progetto comunale o regionale di alto spessore culturale e sociale, potrei anche pensare di mettere a disposizione la mia collezione di fumetti, ovviamente escludendo il mio caro Tex.
Che ruolo può avere il fumetto nella società moderna?
Ritengo che il fumetto sia principalmente una forma d’arte, ma con i limiti giusti possa essere anche una forma di divulgazione: il fumetto racconta spesso più della storia che rappresenta, riflettendo alcuni aspetti della cultura e della società che l’ha generato.
Il fumetto deve essere ulteriormente valorizzato quale strumento di interpretazione della realtà: il fumetto è capacità di cronaca quotidiana e delle realtà storiche (vedi “Palestina” di Joe Sacco, “Cronache di Gerusalemme” di Delisle, etc.); il fumetto è possibilità di denuncia sociale (vedi “I bambini inchiodati” di Bernardelli-Falesiedi-Bante, etc.); il fumetto è lasciarsi sedurre da un romanzo (vedi Mattotti in “Stimmate”, “Fuochi”; Mazzucchelli in “Città di Vetro”, etc.).

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