Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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feriteSecondo l’ultimo rapporto dell’Eures (istituto di statistica europeo), sono 179 i femminicidi commessi nel 2013, un anno che ha registrato la più elevata percentuale di donne vittime di omicidio mai riscontrata in Italia. Ogni due giorni una donna è caduta sotto la violenza maschile.
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, vi propongo un brano tratto dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini.
Ho comprato questo libro appena uscì, nel 2013, e l’ho divorato in pochissimi giorni leggendolo soprattutto durante i viaggi in treno da Castel Lagopesole a Potenza. Chi percorre questa tratta sa bene che, anche se sono solo 30 Km, questi viaggi possono essere interminabili… Ma questa è un’altra storia!
In questo libro l’autrice immagina un paradiso popolato da mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che hanno superato i limiti imposti dalla società e hanno pagato con la loro vita questa disubbidienza. Serena Dandini si chiede: «E se le vittime potessero parlare?» Ha lasciato le donne protagoniste del suo libro libere di sfogarsi, le ha fatte rinascere, trasformandole da semplici corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti, risentimenti e perché no, ironia e forza. Insomma donne vere e ancora piene di vita!

Il senso dell’onore

Dai, vieni con me, non aver paura, devi solo raccontare la tua storia, non ti mangia nessuno. Niente, si vergogna, non vuole, è rimasta timida anche dopo il trapasso.
Io invece non lo ero prima e non lo sono ora, guarda che lo devi raccontare tu come sei volata nel paradiso di Allah, mica posso farlo io che sono di Caltanissetta. Tanto per cominciare, diglielo tu che di vergini qui neanche l’ombra, siamo tutte donne con una certa esperienza! E non te la prendere, era solo una battuta… Eppure quando siamo da sole ci fai sempre ridere! È brava lei a raccontare, dai, dicci almeno quella del talebano con la bocca larga…
E va bene, comincio io.
Nome: Carmela
Cognome: Rositano in Mantade
Mantade è il cognome da sposata, sono coniugata Mantade.
Nata a: Caltanissetta il ecc. ecc.
Deceduta a: Caltanissetta il ecc. ecc. per mano del suddetto marito Mantade Totò
Motivazione: delitto d’onore
Lo sai, lo sai che vuol dire, è come da voi, uguale, tu a Tabriz io a Caltanissetta, io un po’ d’anni fa e tu l’altro ieri, io in Italia e tu in Iran, io con la lupara e tu lapidata, embe’?
Sei adultera pure tu, che vuoi fare, sono cose che capitano nella vita, il problema è che se sei donna sono cose che te la tolgono la vita, per sempre.
A Totò gli hanno dato solo cinque anni, c’era ancora la legge che dava una mano a questi mariti disonorati, adesso ne ha sposata un’altra, ma la mena solo… per ora.
Io sono una specie di veterana qui, accolgo le nuove arrivate, le metto a loro agio, le divido per settori… Almeno fino a qualche tempo fa, adesso c’è il pienone che siamo tutte mischiate. Prima ci sistemavano per religione, razza, colore, poi è finita all’arrembaggio, tanto sai come sono fatte le donne, chiacchierano, fanno subito amicizia, infatti ora stanno tutte insieme, persino ebree e palestinesi, serbe e bosniache, gatti e cani e poi da quando sono arrivate le trans si balla tutte le sere, hanno portato la musica brasiliana e la pace è finita. Signore, dona a loro l’eterno riposo, speravo di riposare almeno trapassata e invece un trenino tutte le sere, queste non smettono mai…
Allora, vuoi raccontare?
Ecco, ne è arrivata un’altra, ormai è un continuo, ne ammazzano una ogni due giorni solo in Italia, fatti un calcolo, non mi fermo più un attimo.
Da dove arriva? Cambogia? Ma dov’è la Cambogia? È qui che è diventata una Cambogia!
Be’, io vado, tocca a te ora parlare del tuo amore dagli occhi di gatto…

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