Il mio viaggio ad Amsterdam: dal quartiere dei musei al Red Light District

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DSC_0024Amsterdam è definita da tutti la “Venezia del nord”, io non sono d’accordo perché, per fortuna o purtroppo, di italiano c’è ben poco… se non i turisti che ad agosto sono solo italiani!
Dall’aeroporto è stato facilissimo arrivare in città con il treno, che è stato puntualissimo… ed è bastato questo per farmi amare la città!

Percorrendo a piedi la strada di casa, ho notato una cosa strana: alcuni palazzi erano pendenti. Ora, non potevo essere brilla appena arrivata, ci doveva essere una spiegazione plausibile. Dopo delle ricerche ho scoperto che alcuni palazzi – come De Sluyswacht (storto come una nave in tempesta) – si sono inclinati nel corso dei secoli, ma molte case sui canali sono state progettate in modo da pendere in avanti. Vista la carenza di terra a disposizione, le case olandesi si sviluppano in altezza più che in larghezza e hanno delle scale molto strette e scomode. Come facevano i proprietari a trasportare agevolmente gli oggetti voluminosi e il mobilio ai piani superiori? Soluzione: dotare i frontoni di paranchi con cui sollevare gli oggetti e farli entrare dalle finestre. La pendenza evitava che il carico urtasse contro la facciata. Le case si affacciano sui canali, che sono diventati la mia ossessione, credo di averli fotografati tutti!

P1010099Amsterdam è la città delle biciclette, il cui scampanellio è diventato il mio incubo, sono più pericolose delle macchine, sfrecciano da tutti i lati e sono enormi come chi ci sta sopra. Gli olandesi sono tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri (anche le donne, però quelle non le notavo molto, sai com’è!), belli e vichinghi… Ma dopo un po’ tutta questa perfezione stanca e cominci a cercare gente normale, così ho trovato un altro tipo di olandesi. Ci sono quelli con i capelli rossi e un po’ più bruttini, più stile Van Gogh insomma!

Il Van Gogh Museum è una tappa da non perdere, ospita la più grande collezione al mondo di opere dell’artista. Si trovano oltre 200 tele disposte cronologicamente. I primi lavori realizzati nel periodo trascorso nelle campagne olandesi e ad Anversa, come I mangiatori di patate (1885), Natura morta con Bibbia (1885) e il Teschio con sigaretta accesa (1886). Nel periodo dei “selfie”, Vincent Van Gogh appare più che mai alla moda con i suoi famosi autoritratti, ma anche I Girasoli (1889), La Casa Gialla (1888) e La Camera da letto (1888). Una delle ultime tele, Campo di grano con corvi (1890), terminata poco prima del suicidio, è densa di presagi. Oltre a Van Gogh l’Olanda vanta altri artisti del calibro di Rembrandt e Vermeer le cui opere possono essere ammirate nel Rijksmuseum (Museo Nazionale), il più importante museo d’arte dei Paesi Bassi.

DSC_0044Vicino al quartiere dei musei è possibile visitare quello che una volta era il birrificio Heineken, oggi trasformato in un museo multimediale. Si parte dall’illustrazione degli ingredienti e si arriva alla degustazione della birra. E’ stato bello scoprire che dopo aver bevuto tre birre a stomaco vuoto, ero in grado di parlare anche olandese!

Purtroppo però, la birra non è bastata a farmi passare il mal d’orecchio causato dal viaggio in aereo. Così ho deciso di cercare una farmacia, ma ho subito capito che sarebbe stata un’impresa ardua. Ci sono negozi che vendono solo spazzolini da denti, quelli specializzati in campanelli per biciclette e altri che vendono solo nastri in velluto, ma niente farmacie! Ho pensato che gli olandesi usano curarsi nei coffeeshop oppure con i magic mushroom, sparsi ad ogni angolo della città. In realtà, lì i farmaci da banco si trovano nei supermercati a prezzi molto più bassi di quelli che troviamo in Italia e funzionano lo stesso.

Oltre ai musei, ai coffeeshop, ai mulini a vento e ai tulipani, Amsterdam è nota per il Red Light District, ovvero De Wallen (le banchine). Per gli olandesi, la prostituzione praticata secondo la legge è un’attività commerciale come qualsiasi altra. È strano vedere come questo quartiere non sia una zona degradata o particolarmente squallida, anche se i giovani uomini in libera uscita non creano proprio un’atmosfera edificante. Si tratta di una “zona del vizio” tra le più sicure al mondo, le donne pagano un affitto per stare in vetrina per otto o dieci ore e versano le tasse sul reddito stimato dal comune sulla base dell’afflusso turistico. Le ragazze decidono liberamente di fare questo mestiere e non sono sfruttate, inoltre sono controllate da un punto di vista sanitario.
Tuttavia è sconvolgente il momento in cui vedi queste donne in vetrina, illuminate dalle luci rosse. Molte di loro sono giovani, probabilmente più piccole di me, mi hanno fatto pena e anche un po’ di tenerezza. Poi ho pensato: dopo tutto è il mestiere più vecchio del mondo e almeno qui è diverso, loro non vengono sfruttate… Loro lo fanno per scelta, non sono costrette da nessuno, magari lo fanno per permettersi gli studi e di certo guadagnano più di me.
Tutti i pensieri che mi sono passati per la testa non sono bastati a giustificare questa “scelta” di usare il proprio corpo come merce di guadagno, e soprattutto il fatto di vedere tutto ciò come una cosa normale mi ha dato fastidio, così sono andata via di lì con una sensazione strana che ancora oggi non riesco a descrivere.

P1010502Quando viaggio la mia deve essere anche una vacanza culinaria. Mi piace scoprire e assaggiare i piatti tipici del posto, perciò anche ad Amsterdam non mi sono fatta mancare niente! I pancake salati, lo stamppot (purè di patate e verdure, servito con salsiccia affumicata), i dolcissimi stroopwafels impossibili da pronunciare, l’unica cosa che non ho avuto il coraggio di assaggiare sono stati i panini con l’aringa. Con qualche brufolo e grammo in più ho concluso che noi italiani abbiamo tanti difetti, ma in quanto a cibo non ci batte nessuno!

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