Basilicata isola felice?

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poteri invisibiliQualche anno fa mio zio mi consigliò un libro, mi disse: «Leggilo, vedrai che lo troverai molto interessante». Si trattava del primo volume di Don Marcello Cozzi “Quando la mafia non esiste” (2008). Dopo averlo letto ho capito che l’idea che mi ero fatta della Basilicata, come “ultima isola felice” in realtà non poteva essere più sbagliata.
Perciò, quando ho saputo che giovedì 26 giugno, al Teatro “F. Stabile” di Potenza ci sarebbe stata la presentazione dell’ultimo libro di Don Marcello “Poteri invisibili. Viaggio in Basilicata tra affari, mafie, omicidi e verità sepolte” ho capito che non potevo mancare.
La serata è stata introdotta e moderata da Fabio Amendolara, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e anche autore de “Il segreto di Anna”, libro-inchiesta sulla misteriosa morte del commissario Anna Esposito e gli intrecci con la scomparsa di Elisa Claps.
Nel suo ultimo volume Don Marcello parte da “Toghe Lucane” per arrivare a “Toghe Lucane bis”, e nel mezzo ci ricorda la storia di tante persone, fatti che non bisogna dimenticare anche quando le luci dei riflettori si spengono. Questo libro va usato come uno strumento che ci può aiutare a leggere in modo unitario i vari fatti di cronaca: depistaggi, incendi dolosi, omicidi, scomparse. Capiamo, così, che non si tratta di fatti isolati ma del risultato di precisi progetti e operazioni mafiose.
relatoriPerchè, come ci ricorda anche Lirio Abbate, giornalista de L’Espresso, la mafia non è più quella delle stragi, quella che vediamo nei film con la coppola e la lupara, ma è quella che riesce a infiltrarsi nelle istituzioni, che riesce a depistare le indagini e occultare storie. La mafia opera in silenzio, proprio perché controlla il territorio ed è quella più pericolosa.
Il magistrato della Procura nazionale antimafia Elisabetta Pugliese, ha spiegato che lavorare su fatti di mafia, oggi significa avere un’idea del quadro finanziario dell’organizzazione. L’aspetto più subdolo è che la mafia riesce ad infiltrarsi nella società civile, perciò si parla di “mafia liquida”.
Ha partecipato alla discussione anche Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, la ragazza scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno 1983. Natalina ha descritto il libro di Don Marcello come un giallo, però mentre questi libri arrivano sempre ad una conclusione, qui non accade. «Mi viene da pensare che la vicenda di mia sorella sia stata usata dallo Stato come un’occasione per riuscire ad entrare in Vaticano. Solo che dall’altra parte gli hanno chiuso la porta in faccia e mia sorella è rimasta nel mezzo. Bloccata da un muro di gomma che impedisce di cercare la verità», questa la sua riflessione a 31 anni dalla scomparsa della sorella.
Ma la colpa di questo ritardo nella giustizia la si può imputare solo alle Istituzioni che devono garantirla? Oppure fa la sua parte anche l’omertà della società, di tutti quelli che sanno ma che non vogliono parlare?
Perchè sono più pericolosi i servi con i loro silenzi, che i padroni.
Allora raccolgo e rilancio l’invito di Don Marcello, perché tutti possiamo impegnarci a scrivere la fine di queste storie.

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