Filiano: il “casino” dei… “Casoni”

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I casoni di IscalungaNel 1753, per poter avere una maggiore conoscenza della reale estensione di tutti i terreni gestiti dai coloni, così da effettuare un controllo esatto delle quote che dovevano essere pagate al Principe di Melfi, si decise di procedere con l’operazione di “Compasso” di tutti i terreni dati in affitto agli insediamenti del feudo di Lagopesole, da misurarsi secondo le regole dell’agrimensura ordinate e volute dal Sacro Regio Consiglio.
Le operazioni di “Compasso” iniziarono il 12 aprile 1753 e risultarono particolarmente complesse quando i compassatori arrivarono presso il demanio di contrada Iscalunga, dove sorgevano, sparsi in due grandi masserie, i numerosi possedimenti della famiglia Corbo.
I membri di questa grande famiglia si stabilirono ad Avigliano intorno al XIV secolo e raggiunsero subito una invidiabile posizione economica come amministratori e grandi fittavoli dei feudi dei Doria di Lagopesole. Al termine della misurazione i compassatori conclusero che escluso le vigne, le aie e i territori incoltivabili con le case, erano circa 660 i tumoli sui quali la famiglia Corbo doveva pagare il pedaggio. Già nella seconda metà del settecento, l’esteso possedimento terriero dei Corbo era una lunga striscia longitudinale che andava da Atella a Ruoti, occupando la fascia centrale degli attuali comuni di Avigliano e di Filiano e tale rimase fino agli inizi del secolo successivo.
241889_10151111252647009_749318890_oAncora oggi a Iscalunga di Filiano, si può trovare traccia dei numerosi possedimenti di questa importante famiglia. Il famoso Palazzo Corbo insieme alla piazza sono stati ristrutturati nel 2002. Oggi il Palazzo ospita una serie di piccoli appartamenti di edilizia popolare e una sala convegni gestita dal Comune di Filiano.
Anche se poco evidente, esiste ancora un’altra traccia originale dei possedimenti dei Corbo, ovvero l’edificio conosciuto come “I Casoni”, antico complesso su due piani, risalente alla prima metà del 1800 e che probabilmente ospitava magazzini, cantine e stalle per animali. Questo edificio oggi è di proprietà privata di diverse famiglie originarie della zona, che fino a qualche tempo fa lo utilizzavano ancora a tale scopo. Un edificio caratteristico e di inusuale bellezza ma che da molto tempo è in stato di abbandono e la sua inagibilità è evidente. Al suo interno, tra i vari detriti è cresciuta una fitta vegetazione, gran parte del tetto è crollato e le mura sono pericolanti e rischiano di cedere da un momento all’altro. I Casoni si trovano nelle vicinanze di abitazioni, orti e vigne, insomma luoghi frequentati quotidianamente. Inoltre, poiché non esiste alcuna protezione, è facile accedere all’interno e ciò potrebbe costituire un serio pericolo per i bambini che giocano da quelle parti.
Si tratta di un edificio privato, lo ripetiamo, ma allo stato attuale rappresenta un pericolo per il pubblico: insomma, un “casino”, ci sia concessa la battuta. Sarebbe un peccato perdere un edificio storico e maestoso come questo, soprattutto se si pensa che potrebbe diventare una preziosa struttura da usare come luogo di informazione turistica e promozione del territorio, museo dei prodotti tipici, ristorante o tanto altro ancora. Insomma, abbiamo sollevato la questione, ora sarebbe interessante iniziare una discussione a proposito.

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