Uno si distrae al bivio: la crudele scalmana di Rocco Scotellaro

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Il fumetto è un’arte, una vera e propria letteratura illustrata. Un mezzo di comunicazione che, grazie all’alleanza di parole e immagini, più di altri riesce a coinvolgere ed emozionare il lettore. Ma oltre al disegno e alle parole, anche le parti bianche tra una vignetta e l’altra hanno la loro importanza, sono quelle in cui il lettore viene coinvolto, immagina e prende parte egli stesso alla storia.
È questa l’originale definizione che Giuseppe Palumbo da del fumetto. Il disegnatore materano inizia a pubblicare fumetti nel 1986 su riviste quali Frigidaire e Cyborg, alle cui pagine affida il suo personaggio più noto: Ramarro, il primo supereroe masochista. Nel 1992 entra nello staff di MartinMystére della Sergio Bonelli Editore e nel 2000 in quello di Diabolik della Astorina.copertina
Il suo ultimo lavoro si intitola “Uno si distrae al bivio, la crudele scalmana di Rocco Scotellaro” (Lavieri edizioni).
Il volume è la rappresentazione a fumetti di “Uno si distrae al bivio”, ritenuto il primo racconto di Rocco Scotellaro (poeta, politico e intellettuale lucano dalla breve ma intensa vita), dal sapore intenso e scritto in un italiano nuovo, appassionato e vivo. In questo libro Scotellaro racconta i tormenti, le indecisioni, la “pericolante giovinezza” del suo alter ego Giorgi Ramorra, giovane alla ricerca di un’identità, di risposte, di decisioni che la vita impone e che lui “giovane malato di niente” non riesce a prendere. I colori ad olio di Giuseppe Palumbo tracciano i brulli e incontaminati paesaggi del paese natio di Ramorra, le città che il protagonista attraversa e subito deve abbandonare, le donne amate e solo sfiorate, il volto del padre morto che lo segue, ammonisce e incoraggia e quello dell’amata madre che lo aspetta al paese davanti al fuoco. Il libro è completato dai ricordi personali di Palumbo, su come ha approfondito la conoscenza di Rocco Scotellaro e sulle due persone fondamentali che lo hanno accompagnato in tutto questo, suo padre Franco Palumbo e Rocco Mazzarone, figure imprescindibili per la cultura, l’arte e la storia della Lucania.

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